T utto facile, all’apparenza. Coppa Italia era e Coppa Italia si è confermata: partite con la pressione sempre sotto controllo, perché nessuno snobba niente ma la Coppa Italia non è il campionato. Brava l’Atalanta a riprendersi subito da un inizio che pareva lento, e a mettere a posto - salvo complicazioni in corso di primo tempo - la partita, e a chiuderla nella ripresa senza troppo faticare, che poi c’è la Juventus. L’Atalanta tiene alla Coppa Italia, lo sappiamo. Gasperini tiene a tutto, a prescindere. Ed ecco quindi una formazione col turnover, sì, ma senza esagerare. Palomino sempre in campo, Lookman sempre in campo, Scalvini e Boga (se ora è considerabile un titolare) in campo dall’inizio. E’ il volto positivo della rosa larga: ti permette di mandare a casa lo Spezia senza troppo faticare, usando l’ampiezza dell’organico, anche se non completamente. Di positivo portiamo a casa l’impegno di Zapata (ma quanta sfortuna), la seconda goleada di fila (ha ragione Gasp: far gol fa venire voglia di farne altri), Hojlund che la mette sempre in porta. Di negativo la difesa che si è fatta bucare due volte, e un portiere che ormai è conosciutissimo: i gol che prende sono sempre simili per dinamica e per difetti tecnici evidenziati. Lo si ripete, perché è assurdo non dirlo. Senza nessuna prevenzione nei suoi confronti: solo oggettivo rilievo di quel che accade in campo. Qualche altro spunto c’è.