G iorni di fibrillazioni, di isterie collettive, di chat e whatsapp che hanno raggiunto temperature che nemmeno a ferragosto nel Sahel. «Gasperini si dimette, Gasperini dirà questo e quell’altro». E poi, alla fine, Gasperini ha detto la cosa più ovvia: che in questa fase serve chiarezza, serve decidere che strada prendere. Ovvio, come ogni anno, come dopo ogni finale di stagione.
Gasperini ha indicato tre vie, per l’Atalanta: alzare subito il livello con uno o due giocatori «top», ringiovanire per costruire una potenziale competitività futura, fare poco e niente e andare avanti con questa squadra che però, ha specificato, «non è competitiva per ripetere i risultati del passato». Escludendo quindi questa terza via, restano le prime due. Quale lui preferisca, è materia da «camera caritatis», ed è anche giusto così. Dato che - logicamente - non gradisce attività da ventriloqui, non azzardiamo quale possa essere la sua prediletta.