C i voleva il campo, e insieme al campo ci voleva questo: una vittoria. Ma non solo una vittoria: una vittoria bella, convinta, di gioco e cuore, di gambe e testa. Anche di popolo. Perché tutto era bello, prima del Frosinone. Poi tutti, nel cosiddetto mondo Atalanta, abbiamo vissuto una settimana anomala. Uno tsunami di scontento generale nato dalla sconfitta in Ciociaria, frutto di una partita brutta giocata da una squadra spenta. Poi le vicende del mercato, le tante critiche, un po’ d’isteria collettiva. Giorni che fanno perdere il bandolo della massa, o rischiano di. Poi, però, arriva il campo. E il campo nelle sere giuste rimette tutto a posto: i sorrisi della gente, i malumori per il mercato, i disorientamenti dei giocatori. Atalanta-Monza 3-0, i 6 punti in classifica, la doppietta di Scamacca, la bella partita di De Ketelaere, le gambe che finalmente girano a velocità sostenuta, la difesa che non prende gol. Ci voleva tutto questo, e tutto questo il prato del Gewiss ci ha restituito. E dopo un inizio un po’ così, è uscita l’Atalanta. Ed è uscita la conferma che l’Atalanta è una squadra forte, quando oltre ai piedi, ai muscoli e ai talenti ci mette pure il cuore.