Questa volta l’allievo ha (purtroppo) superato il maestro. E il Verona l’Atalanta in classifica. Poco da dire, un brutto ko e per più di un motivo. I nerazzurri per due terzi di partita sembrano ad un passo da scardinare la difesa di un Verona quadrato e solido, capace anche di superare in corsa (letteralmente) il ko di Lovato che per mezzora mette in difficoltà pesantemente Zapata. Il croato sposta in marcatura Dawidowicz, fa entrare per un quarto d’ora Danzi su Gomez (che lo tira matto), poi lo lascia negli spogliatoi e torna in campo con l’esperienza di Veloso. Una mossa che dà stabilità e velocità ad un Verona che nella ripresa balla per un quarto d’ora e poi in contropiede apre e chiude la partita. In mezzo tra le due reti un’Atalanta che crea di fatto una vera occasione per riprendere i veneti, nonostante le forze fresche in campo, Muriel e Lammers al posto di Zapata e Ilicic, abbastanza impalpabili
Una brutta sconfitta, brutta davvero, e per diversi motivi. Perché arriva dopo il trionfo di Liverpool che ci aveva fatto sognare tutti, perché per un’ora eravamo davvero sembrati a tanto così dalla vittoria, perché dopo il rigore abbiamo pure perso (ancora) Gollini, rientrato da solo due partite, e anche mancato l’aggancio alla parte alta della classifica. Note positive ci sono state, la conferma di Ilicic in crescita, il solito immenso Gomez, il primo tempo e i primi 10 minuti della ripresa con tre interventi decisivi di Silvestri: poi si è spenta la luce e sicuramente i 90 minuti giocati ad altissimi livelli ad Anfield si sono fatti sentire. Oltre alle assenze: quella di un Gosens sempre più indispensabile (Mojica ha sfiorato la sufficienza nel primo tempo, nel secondo è tornato purtroppo ai suoi livelli) e in questo caso anche di un Malinovskyi che con la sua imprevedibilità – e la castagna da fuori area – avrebbe potuto trovare qualche varco in una difesa scaligera ordinata e aggressiva (pure troppo) come poche e che ci ha fatto ben capire perché è la meno perforata del campionato.
Insomma, una serataccia da cancellare, di quelle dove è andato tutto storto e si sono probabilmente sommati diversi fattori: il Verona innanzitutto, squadra davvero ben messa in campo, veloce e aggressiva, le tante partite ravvicinate, gli infortuni, la preparazione atipica. Una situazione che sicuramente è un vantaggio per chi si deve concentrare solo sul campionato, anche se a lasciare preoccupati di più è forse la mancanza di reazione dopo aver subito una rete. Soprattutto da parte di quei giocatori che entrano a partita in corso e non riescono a cogliere l’occasione, come Muriel e Lammers. Insomma, c’è materia per riflettere per Gasperini e soprattutto tre partite in dieci giorni: Midtjylland, Udine e Ajax. Come dire che non c’è proprio tempo di piangersi addosso.