D unque, Bayer Leverkusen. Ma in fondo poco cambia. L’Atalanta è ancora in Europa, e forte o debole che sia l’avversaria consegnata ai nerazzurri dall’urna, saranno altre due partite europee, con un livello più alto di questo spareggio – o sedicesimi che dir si voglia – di cui in fondo non si sentiva particolarmente la necessità, data l’enorme differenza di valori tra Atalanta e Olympiacos. Ma a qualcosa potrebbe essere servita anche questa partita di Atene. Intanto, a restituire all’Atalanta il gusto di una vittoria non sofferta, imposta per superiorità tecnica, anche nonostante le tantissime assenze che stanno rendendo tribolata questa seconda parte di stagione. Ma anche, o forse soprattutto, a conservare dentro lo spogliatoio il senso della caratura internazionale che l’Atalanta si è conquistata in questi anni. Certo, questo sedicesimo pareva davvero un passo indietro rispetto ai fasti della Champions, rispetto ad Anfield, ad Old Trafford, a Madrid, e a tutti gli stadi che l’Atalanta ha “violato” in queste tre stagioni. Ma ora il livello salirà, ovviamente gradualmente, e anche l’Europa League via via acquisisce la fisionomia della grande competizione. Un po’ come la Coppa Italia, che dai quarti di finale in su diventa davvero una cosa seria.