Atalanta, a volte non basta dominare e tentarle tutte (e in questa nuova Champions ha senso pure il catenaccio)

commento. Il post partita di Roberto Belingheri

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N on c’è la vittoria ai punti, nel calcio. Ci sono solo i punti. E anche se hai tirato 19 volte contro 4, e 7 volte contro 2 nello specchio della porta, e anche se hai avuto il 65% di possesso palla contro il 35% del Celtic, e anche se hai preso una traversa e avuto mille mezze occasioni, e anche se hai di fatto condotto un assalto di 60 minuti contro il catenaccio scozzese (poi ci torniamo), alla fine finisce 0-0 e la vittoria ai punti vale quanto la sconfitta ai punti. L’Atalanta sale da 4 a 5 in classifica, vien da dire: meglio di niente. Perché a volte partite così finiscono anche con la beffa, mentre l’Atalanta non ha mai rischiato di perderla. Le ha provate tutte, non ci è riuscita. E forse l’unica lacuna di questa rosa - la mancanza di una vera alternativa di ruolo a Retegui - è emersa quando Gasp ha scelto di toglierlo. La classifica la commenteremo a fine turno, cioè fra qualche ora rispetto al momento in cui scriviamo. Ma di certo l’Atalanta resterà saldamente in zona qualificazione. Spunti di riflessione, adesso.

1. Gasp le ha tentate tutte

Poco da dire, rispetto alle scelte iniziali e anche a quelle in corso di partita. Già sentiamo l’obiezione: eh, ma ha tolto Retegui. Retegui ha giocato tantissimo in questa fase, e ha giocato sempre anche durante la sosta per le Nazionali. Va anche preservato, non spremuto. In questo senso ha logica averlo tolto, pur nella consapevolezza che una vera alternativa non esiste. Non lo è De Ketelaere, comunque entrato bene, e non lo è Zaniolo, pur con tutto l’impegno e il tentativo di rientrare in condizione. L’Atalanta non ha un centravanti di ruolo nel momento in cui manca Retegui.