L a premessa è una, doverosa: la Uefa, scegliendo Dublino per questa finale, ha commesso un errore macroscopico. Perché vanno bene gli sponsor e il loro potere decisionale, va bene qualsiasi ragionamento anche fondato sul solo business. Ma una città che ospiti una finale continentale dovrebbe quantomeno rispettare determinati requisiti. Essere raggiungibile non con il solo mezzo aereo, per esempio. E comunque essere dotata di aeroporti che siano in grado di accogliere qualche decina di voli in più rispetto al loro orario ordinario. La scelta di Dublino ha creato enormi problemi alle due tifoserie. Ma soprattutto a quella atalantina, che non ha potuto appoggiarsi sulla sconfinata flotta Lufthansa (274 gli aeroplani in flotta, 710 includendo le controllate) per volare in Irlanda, come invece potranno fare i tifosi del Bayer. Sede sfortunata: tra le sedi delle finali di EL degli ultimi 20 anni soltanto Glasgow, Manchester e di nuovo Dublino (più Baku, ma per un solo tema di distanza) avevano presentato il medesimo problema logistico. Pazienza: i bergamaschi sono abituati a essere in minoranza, dentro gli stadi e non solo. Certo è che peggio di così, forse, sarebbe andata solo con Reykjavík, Islanda, scelta come sede. La premessa era doverosa, perché il calcio dev’essere passione, e soffocarla con scelte scellerate come queste è un vero peccato.