C erto, se Retegui avesse segnato il rigore e il post rigore, forse staremmo commentando un altro risultato. Ma siccome i giudizi non devono per forza dipendere dai risultati, allora diciamo che questo pareggio che l’Atalanta ha messo in classifica dopo l’esordio in Champions contro l’Arsenal è un gran punto. Un punto guadagnato nel bilancio preventivo di questo giro di partite, che vedeva avversarie abbordabili e poi le tre extraterrestri, Arsenal, Real e Barcellona. L’ipotesi di qualificazione è da costruire contro Young Boys, Sturm, Stoccarda, Shakhtar in ordine sparso. Che sia arrivato già un punto, rispetto a una ipotetica tabellina, è un gran risultato. E lo è anche per come è maturato, per la solidità che l’Atalanta ha messo in campo dopo la prima fase ovviamente complicata, perché tra l’Arsenal, che vuol contendere la Premier al City e ha una rosa che vale oltre un miliardo di euro, e l’Atalanta, ai punti avrebbe meritato di vincere certamente l’Atalanta. Il motivo per rammaricarsi è uno solo: non sono arrivati i 3 punti. Ma i motivi per sorridere sono tantissimi altri. In primis, abbiamo una squadra che oggi sta dentro la Champions League sapendo come si fa, con tutti i muscoli e la personalità e l’esperienza necessarie, abbiamo una squadra che ha vinto l’Europa League e si vede, decisamente. Avanti, per punti.
1. Le scelte di Gasp
Ci si aspettava il trequartista dietro le due punte, come spesso Gasp decide di giocare contro le linee difensive a 4. E invece, quando pensi una cosa Gasp ne fa puntualmente un altra. E quindi contro una delle squadre più forti d’Europa ecco, all’ora delle distinte, schierato il tridente.