C’ è un altro dentista, nel calcio italiano. Dopo l’Atalanta, definita così da Guardiola, ecco il Verona. Che non a caso è allenata dall’allievo di Gasperini. Vedere il Verona sembra di vedere l’Atalanta. Certo, con meno qualità. Certo, non con la stessa forza complessiva. Ma come all’andata, quando la vittoria era arriva a tempo praticamente scaduto, anche stavolta l’Atalanta ha fatto grande fatica contro la squadra di Juric. E se l’Atalanta col suo organico sta facendo il “miracolo” del terzo posto, ed è in corsa col secondo, di certo il tecnico slavo ne sta facendo un altro portando i gialloblu nella parte sinistra della classifica. Sembra un po’ – con tutto il rispetto – l’Atalanta dei poveri. Certo, poi fa specie prendere il gol del pareggio proprio da Pessina, mandato a Verona per crescere e cresciuto, certo, parecchio. Partita non brillantissima nel complesso, ma sono uomini, non robot.
Sono quelle partite che alla fine puoi anche perdere, che ti dà fastidio non aver vinto, e che tutto sommato è giusto aver pareggiato. Perché in questo strano calcio estivo può succedere sempre di tutto, e non sempre nel finale puoi trovare la forza di piantare l’accelerata vincente. Che poi sarebbe anche arrivata, se Pasalic l’avesse messa dentro all’ultimo secondo utile. Ma sarebbe stato forse fin troppo, e forse è utile averla pareggiata anziché vinta. Perché dopo il gol di Zapata – trovato più che costruito – la squadra ha dato la sensazione di pensare che anche questa fosse andata, e che il cronometro fosse già a fine corsa anziché indietro di un bel po’. Errore, sì, ma comprensibile, per una squadra che sta tirando a mille, e che nella classifica post-covid è largamente al comando.
Due considerazioni, in fondo a questo caldo pomeriggio di Verona. Mentre si ragiona su quali centrocampisti portare a Bergamo, un pensiero su Pessina andrebbe fatto per davvero. Maturato tecnicamente, “tagli andato” da juric sul gioco di Gasperini, cresciuto tantissimo sul piano dell’esperienza e della personalità. Da centrocampista, perfettamente in linea con i principi del duo Juric-Gasp, ha già segnato 7 gol in stagione. Un pensiero, davvero, sarebbe da fare.
L’altra riguarda la prossima partita. Perché a Bergamo arriverà il Bologna, ed è un peccato giocare a porte chiuse e non poter tributare un applauso particolare a Mihajlovic. E speriamo non sia un peccato incontrare da ex Musa Barrow, che qui sembrava smarrito e a Bologna, in 14 presenze, l’ha messa dentro già 8 volte, con gol tutti di grande qualità. Barrow non ci sembra un ragazzo che coltivi risentimenti, ma qui ha subito critiche a volte eccessive, talvolta anche cattive. A Bologna sta dimostrando tutto il suo valore, quello che avevamo intuito in quello scampolo di campionato e che poi era svanito nel nulla. Sembrava, quantomeno. Su le antenne, martedì.