L’ inizio, di per sé, era sembrato folgorante. Abbiamo ancora tutti negli occhi quel primo tempo di Roma, i due gol che mostravano istinto e talento, quell’intesa con Zapata che pareva nata nella culla di entrambi. E invece, la storia di Emiliano Rigoni all’Atalanta è al capolinea. E il capolinea si chiama Argentina, prima tappa, e Russia, la seconda. In un gioco dell’oca che pare infinito, si torna al via di San Pietroburgo senza passare da Bergamo. Questa mattina Rigoni non è a Zingona, la ripresa degli allenamenti prosegue sulla falsariga degli ultimi prima delle feste: tutti in campo, ma non Rigoni.