S ette partite di campionato e due di Champions non sono una sentenza inappellabile, ma permettono di guardare alla stagione dell’Atalanta con i fari un po’ meno immersi nella nebbia. Perché fine mercato ognuno fa le sue considerazioni, più o meno argomentate, ma poi le squadre si calano nelle competizioni, e il loro potenziale diventa relativo, confrontato con le altre. Dunque è il caso di ragionare sia sull’Atalanta, ma anche sul campionato nel quale finora l’Atalanta si sta trovando a competere. Perché è vero che l’Atalanta rispetto alle prime 7 giornate dell’anno scorso accusa una lieve flessione, ma tutto va contestualizzato. Andiamo per punti.
C’è più equilibrio
Abbiamo fatto due conti, come piace fare qui. Dopo 7 giornate, rispetto alla stagione scorsa, in Serie A si sono portati a casa 186 punti contro 191 dell’anno scorso. Si vince di meno: 48 i pareggi quest’anno, 38 nella scorsa stagione. Per contro si segna leggermente di più: 192 gol quest’anno, 180 l’anno scorso. C’è più equilibrio, insomma: dalla vetta al decimo posto quest’anno corrono 6 punti (Napoli 16, Fiorentina 10), l’anno scorso erano già 3 in più (Inter 18, Torino 9). Sedici i punti di distacco tra il primo e l’ultimo posto nella scorsa stagione (Inter 18, Cagliari 2), «solo» 12 quest’anno: Napoli 16, Venezia 4.
L’Atalanta: qualche numero
Negli approfondimenti che seguiranno durante questa sosta metteremo certamente più a fuoco l’andamento dell’Atalanta. Qui serve solo uno sguardo di superficie, per dire che un anno fa la squadra di Gasp era al 6° posto, con 13 punti frutto di 4 vittorie, un pareggio e 2 sconfitte, 11 gol segnati (1,57 di media) e solo 5 subiti (0,71).