I tifosi vogliono portare a casa il loro pezzo di Nord. La proposta era stata avanzata nelle scorse settimane da Marco Saita, avvocato e ultrà nerazzurro (ne ha pure difesi diversi) di lunga data. Mettere cioè in vendita i frammenti di curva in cambio di una donazione, magari a favore di qualche struttura ospedaliera pediatrica.
Perché la Nord è un pezzo di storia, non solo uno stadio: quella nuova sarà sicuramente bellissima, scenografica e pure comoda, ma su quei ruvidi gradoni di cemento sono cresciute generazioni di tifosi. Sotto il sole a picco o in mezzo a fortunali tremendi (chi ricorda Atalanta-Cavese o Atalanta-Varese della stagione 1983-84, solo per fare due esempi?), comunque lì a tifare per l’Atalanta. Senza distinzioni di censo, perché la curva è sempre stato un luogo in grado di azzerare qualsiasi differenza sociale in nome della fede nerazzurra.