F iorentina e Atalanta sono forse legate da un destino di eterne incompiute, di gioie inespresse e lampi mai seguiti da tuoni altrettanto squassanti. Sarebbe troppo facile e persino ingeneroso menzionare Josip Ilicic e Luis Muriel, che a lampi sono secondi a pochissimi ma che a Bergamo sono riusciti a compiersi, a realizzarsi, seppure per poco. Colui che forse rappresenta al meglio le rispettive dimensioni di Viola e Nerazzurri è un altro trequartista, altrettanto dotato tecnicamente, addirittura “il talento più puro mai sfornato dal settore giovanile dell’Atalanta” secondo Emiliano Mondonico. Domenico Morfeo gioca il primo Fiorentina-Atalanta nell’aprile 1996, ne disputa altri 4 equamente distribuiti tra squadra di casa e ospiti senza mai lasciare particolarmente il segno. L’altro doppio ex della sfida, d’altro canto, probabilmente coinciderebbe con Maradonino in un grafico dove indicare i risultati ottenuti in carriera, ma i cui assi di ascisse e ordinate abbinati a doti naturali e capacità di lavorare il proprio gioco risultano invertiti: Giacomo Bonaventura, capitano della Fiorentina, è l’esempio del prototipico prodotto di Zingonia le cui qualità umane e professionistiche hanno permesso di prolungare la carriera anche oltre la resilienza fisica.