«N o, Laurent non parla italiano, ma io sì e anche un po’ di bergamasco. Dall’Italia la famiglia mi ha mandato i complimenti, adesso Laurent sogna d’incrociare la sua Francia». Maurice Bonadei, 82 anni, sorride al telefono dalla sua casa a Barcellonette, nelle Alpi provenziali, a 30 km dal confine con l’Italia come se il destino volesse indicargli il punto d’origine. Dice che Bergamo è nel suo cuore. Il suo italiano corre veloce come l’Arabia Saudita del figlio Laurent, 53 anni, vice di Hervé Renard, l’uomo del «miracolo». Un pezzo d’Arabia che ha stupito il mondo, facendo scendere dal tappeto volante l’Argentina di Messi, ha radici e sorrisi in Valle Seriana. I nomi dei nonni sono ricordi lontani, il cognome Bonadei resta saldo sul sellino della storia, impresso sull’insegna di un negozio di biciclette a San Lorenzo di Rovetta, dove tutto ha avuto inizio.