Dati, storie, tattica. E il ritorno a Bergamo di Zapata: ecco il bigino di Atalanta-Torino

scheda. La presentazione di Massimiliano Bogni

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N umeri del presente, previsioni tattiche su quel che potrà essere la partita in arrivo, uno sguardo sul passato e uno sul duello che potrebbe decidere le sorti dell’incontro. Per arrivare preparati a ogni gara dell’Atalanta nel massimo campionato italiano, ecco la storia in breve delle partite dei nerazzurri come se fosse un’edizione Bignami, un bigino da portarsi con sé ogni fine settimana. Oggi il capitolo è intitolato “Atalanta-Torino”.

Previsioni tattiche

Anche per una conformazione strutturale e tattica molto simile, occorre premettere che Atalanta-Torino sarà una sfida dall’esito determinato primariamente dalle condizioni fisiche e psicologiche con cui le formazioni approcceranno la gara. Il Torino, all’ultimo ballo con Ivan Juric sulla panchina granata, si è confermata anche in questa stagione la forma liofilizzata della prima Atalanta di Gasperini, ancora priva con continuità di rendimento di qualità nella trequarti avversaria per poter dominare col possesso palla i ritmi della gara. Di quella squadra, però, sono replicate fisicità, stazza e riaggressione esasperata in zone altissime del campo. Marcature uomo su uomo sin da costruzione bassa, con la mezzala destra alzata sul livello delle punte per accoppiarsi a tutti gli elementi avversari in costruzione. L’Atalanta, come fatto contro tutte le sue prime costruzioni marcate con riferimenti a uomo nelle singole zone di campo, abbasserà uno se non due centrocampisti centrali sulla linea dei difensori: la chiave saranno i tempi della ricezione da terzo uomo dei due trequartisti laterali alle spalle dei mediani del Toro alzati in pressione, sempre intensi e aggressivi in uscita (2.42 falli per 90’ di Linetty, 3° in A). Trovare lo spazio di fronte ai braccetti, portandoli fuori posizione e costringendoli a prendere una decisione che non sia l’anticipo secco a tutti i costi, permette poi di attaccare la zona presidiata da Buongiorno con più metri ai lati del centrale italiano. Togliere un riferimento fisso e unico a uno dei migliori difensori in marcatura della Serie A (9.75 duelli a gara, 4° in campionato e con la stessa percentuale di vittoria di un mammasantissima come Hien; 14.85 recuperi per 90’, 2° in Italia dietro a… Isak Hien) potrebbe avere un vantaggio diffuso anche in altri aspetti del gioco: portare il Torino a difendere con maggiore costanza nella gara le incursioni dalle fasce, solitamente prevenute dall’atletismo dei quinti (423 cross concessi in campionato, 4° dato più basso), esporrebbe difensori meno portati alla difesa in area di rigore alle lacune più visibili del loro gioco.