Ok agli allenamenti di squadra. Ora il rischio di una «cottura» troppo rapida. L’approfondimento del fisioterapista

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C i siamo lasciati alle spalle settimane veramente intense e difficili, soprattutto per noi bergamaschi. Fortunatamente iniziamo a intravedere uno spiraglio di luce in fondo al tunnel e, complici il ritorno all’attività lavorativa e l’allentamento delle misure restrittive, stiamo riassaporando un briciolo di normalità. Ci sembra ormai un lontano ricordo la routine settimanale che si articolava in lavoro (rigorosamente da mattina a sera da buoni bergamaschi) in attesa del weekend che, pensiero comune a molti me compreso, si suddivideva in due semplici concetti: meritato riposo e calcio. Visto che le notizie sul fronte medico iniziano finalmente a migliorare abbiamo ritrovato sia la voglia che il coraggio di arrivare alla sezione sportiva, sia dei telegiornali che dei giornali. Molti campionati hanno deciso di chiudere i battenti e terminare la stagione in corso, come hanno fatto in Olanda e Francia. Alcuni campionati minori invece non si sono mai fermati, sprezzanti del pericolo, come successo in Bielorussia. La Germania riprenderà proprio questa settimana e sarà il primo tra i top campionati europei a riaprire. Per quanto riguarda l’Italia la situazione è ancora nebulosa ma nei giorni passati abbiam visto i giocatori tornare ai campi di allenamento per riassaggiare il campo e rivedere i compagni. Proprio nelle ultime ore è arrivato l’ok agli allenamenti di squadra, a partire dal 18 maggio. In tutti gli sport è fondamentale la forma fisica poiché prima di essere un giocatore di basket, calciatore, nuotatore o centometrista bisogna essere degli atleti. Il problema di questo stop improvviso e della successiva ripartenza è proprio la preparazione fisica. Vediamo di approfondire.