A talanta, giovani e soprattutto giovani bergamaschi. Un ritornello che riappare con cadenze regolari quello che racconta dell’Atalanta e della sua capacità di lanciare i ragazzi del territorio. Coniugando il periodo estivo vuoto di impegni sportivi e la voglia di ricerca abbiamo fatto un viaggio nella storia dell’Atalanta per verificare quanto valga questo assioma. Lo abbiamo compiuto analizzando la provenienza dei giocatori atalantini a partire dalla stagione 1929/30, la prima in Serie B, sino ad arrivare all’ultima giocata. Abbiamo diviso questo cammino in sette periodi che andiamo a descrivere:
1929/30-1942/43 Dal primo campionato in B alla sospensione per la seconda guerra mondiale
1946/47-1957/58 Dalla ripresa post bellica alla prima retrocessione in serie B
1958/59-1968/69 Gli anni ‘60 con la Coppa Italia e la seconda retrocessione
1969/70-1980/81 Il decennio grigio con la caduta in Serie C.
1981/82-1993/94 Il periodo europeo e la retrocessione in Serie B
1994/95-2009/10 Le stagioni altalenanti con le fisiologiche retrocessioni
2010/11-2020/21 La seconda avventura di Percassi
Pur consci che si sarebbero potuti utilizzare altri criteri ci è sembrato che questi sette capitoli potessero raccontare abbastanza bene la storia neroazzurra mettendo a fuoco periodi chiave che possiedono alcune peculiarità. Abbiamo suddiviso le categorie di giocatori fra bergamaschi, italiani, europei, sudamericani e di altri continenti. Per definire la loro incidenza percentuale abbiamo tenuto conto sia del numero dei giocatori impiegati per periodo sia del numero presenze, perché i due dati non sempre coincidono. Il primo numero descrive l’ampiezza del bacino d’utenza mentre il secondo racconta la qualità dei calciatori. La rappresentazione che ne esce è lo specchio del mutamento dell’Atalanta ma ancor più del cambiamento del mondo calcistico. Tutto questo proprio nei giorni in cui Caldara ha lasciato di nuovo la maglia nerazzurra e sul mercato si vocifera di un possibile approdo a Zingonia di Andrea Belotti.