L’ Italia Under 19 allenata dal ct Alberto Bollini, che i più attenti ricorderanno come vice di Reja a Bergamo nella stagione ‘15/16, nelle prossime ore giocherà la semifinale dell’Europeo di categoria. Avversaria sarà la Spagna, formazione con tanta qualità e dall’impronta “giochista” che ormai quasi sempre contraddistingue le nazionali iberiche sin dall’Under 15, prima frontiera di esplorazione internazionale possibile per i canoni Uefa.
A dare manforte agli azzurri non ci sarà Cher Ndour, quello che ad oggi sembra essere il ragazzo di maggior prospettiva dell’intero gruppo. Mezzala classe 2004 di padre senegalese e madre bresciana, è considerabile a tutti gli effetti un prodotto made in Atalanta, per quanto poi il club non mai abbia potuto, purtroppo, raccogliere quanto seminato sul suo conto negli anni. Nell’estate del 2020, infatti, mentre il calcio giovanile italiano intravedeva una parziale ripresa delle attività agonistiche dopo l’incedere delle ondate di Covid, la famiglia e lo stesso Ndour scelsero di non firmare il proprio primo potenziale contratto da professionista, prendendo la via di Lisbona, sponda Benfica. Anche le Super Aquile, non prima di aver esordito in campionato, dal 30 giugno sono ufficialmente il passato.
Ndour si è infatti liberato a zero, firmando nientepopodimeno che con il Paris Saint-Germain, club che non avrà la tradizione di Milan e Real Madrid ma che, giocoforza, al giorno d’oggi non può che rappresentare un punto di arrivo per qualsiasi professionista del calcio, a maggior ragione se giovanissimo e quindi totalmente investito dall’Età dell’oro del club francese sin da quando piccolissimo si apprestava a seguire il calcio dei grandi in tv. Questa è la storia di Ndour.