U na gita in vaporetto per inaugurare la lunga traversata che caratterizzerà l’autunno e inverno atalantino. La 7° giornata di Serie A presenta per gli uomini di Gasperini la trasferta al Penzo: oggetto del bigino di presentazione odierno è infatti Venezia-Atalanta.
Previsioni tattiche
Rispetto alla progressiva conversione delle ultime esperienze a Verona e Frosinone, a Venezia mister Di Francesco ha immediatamente proposto una retroguardia a 3 come base della propria proposta di gioco. Per constatare che la rosa non sia al momento all’altezza della massima categoria basta scorrere l’elenco dei nomi e l’attuale classifica, che vede gli arancioneroverdi all’ultimo posto. Concentrandosi prima sulla fase di non possesso – il Venezia è tra gli ultimi posti della graduatorie relative a passaggi e tempo trascorso con la palla tra i piedi – è interessante notare come il Venezia si sia finora affidato a lunghi momenti di blocco medio-basso di difesa posizionale, sia contro le grandi che contro le piccole: il 16.28 di PPDA (passaggi concessi per azione difensiva) è di gran lunga il più alto della Serie A, “provocato” dalla poca predisposizione di Pohjanpalo e di tutti i centrocampisti centrali a disposizione nell’aggredire in avanti.
Contro una mediana a due ci si attende che sia Nicolussi Caviglia a schermare il “faticatore” e che Doumbia/Duncan segua più alto il “costruttore”, con al massimo i braccetti difensivi ad accorciare insieme agli attaccanti esterni atalantini che verranno incontro. Proprio contro questi ultimi (probabilmente Idzes o Candela a destra e Sverko a sinistra) occorrerà “fare la partita”: nei momenti in cui il posizionamento dei centrocampisti centrali sarà meno stretto e compatto nello scivolare all’unisono sul lato palla, lo spazio alle spalle di Busio (mezzala sinistra con tanto dinamismo con palla ma troppi passaggi a vuoto nel correre all’indietro) e di chi vincerà il ballottaggio tra Doumbia e Duncan e la linea difensiva dovrà essere riempito sia con palla che con uomini: la ricerca di un uomo costantemente largo a fissare l’ampiezza in ripartenza “allontana” l’uomo di fascia dal corridoio interno (il “Penzo”, campo più stretto della Serie A, potrebbe venire a soccorso in proposito).