I l compito di questo approfondimento di fine stagione è sempre stato quello di analizzare l’utilizzo dei calciatori all’interno della rosa dell’Atalanta cercando di spiegare le strategie e le logiche di programmazione. Nei primi anni del settennio di Gasperini è stato molto semplice e naturale descrivere l’attività dello staff tecnico. Tre/quattro cambi al massimo tra i titolari, due o tre per la panchina secondo due regole d’oro: fare qualche sacrificio sopportabile che generasse plusvalenze ed acquisti mirati per calciatori dal buon potenziale che lasciati un anno nelle sapienti mani di Gasperini potessero crescere nel rendimento tecnico con indubbi benefici sia per le performance della squadra sia per i bilanci futuri.
Poi già nell’estate 2021 i primi segnali di cambiamento: se prima gli acquisti arrivavano nelle ultime ore di mercato dopo estenuanti trattative (regola rispettata solo per Koopmeiners ) ecco che all’alba del mercato estivo 2021 arriva Juan Musso ed in quella del mercato invernale Jeremie Boga. La società allarga i budget di spesa, se prima l’investimento medio per un potenziale titolare non superava i 15 milioni ora si toccano ed in qualche occasione si superano i 20 milioni. La stagione 22/23 è il proseguimento della precedente: non è ancora smaltita la delusione per la mancata qualificazione europea che già si presenta a Zingonia Ederson, poi arrivano Lookman e Soppy ma soprattutto Hojlund; in questo caso con un blitz di mercato e la firma su un assegno da 18 milioni di euro arriva a Bergamo uno dei prospetti più interessanti del panorama europeo sulle cui tracce si stavano muovendo anche club di Premier League.