D oppi ex, numeri del passato e del presente, una lente d’ingrandimento su alcuni dei precedenti più significativi e una chicca della Serie A che fu. Per arrivare preparati a ogni gara dell’Atalanta nel massimo campionato italiano, ecco la storia in breve delle partite dei nerazzurri come se fosse un’edizione Bignami, un bigino da portarsi con sé ogni fine settimana. Oggi il capitolo è intitolato “Atalanta-Juventus”.
Alla lavagna: la tattica
La tentazione di aprire e chiudere il paragrafo con lo stesso “?” è stata intensa. In stagione la Juventus ha sempre optato per un 3-5-2 come schieramento di base, senza difensori di piede mancino che possano contribuire all’oltrepassare la prima linea di pressione e una fascia destra dedita più a sfruttare e concretizzare il vantaggio creato in altre zone di campo. La risalita è affidata principalmente alle mezzali, Rabiot in particolare, e Chiesa, chiedendo al riferimento centrale avanzato una limitata partecipazione alla manovra ma un’esclusiva presenza decisiva in area di rigore. Il “?” di cui sopra, più che dalle progressioni di Danilo nel mezzo spazio di sinistra e sulla fluidità posizionale che sta garantendo a Cambiaso minutaggio e apprezzamenti, è riferito all’atteggiamento: quanto la Juve sarà propositiva e aggressiva nell’alzare la pressione alternandola a difese posizionali atte a innescare le transizioni di Chiesa? Finora si sono viste 3 Juventus diverse: quella leggera di testa e pesante nei duelli in campo (amichevole a Cesena contro l’Atalanta, primo tempo di Udine e vittoria casalinga con la Lazio), quella convalescente e indecisa su quale calcio giocare (vittorie a Empoli e col Lecce) e una squadra inadeguata per approccio alla posta in gioco (secondo tempo di Udine, pareggio col Bologna e sconfitta a Sassuolo). Quale Juve deciderà di venire al Gewiss Stadium?