C hatGPT è sulla bocca di tutti. «L’intelligenza artificiale», il creatore di contenuti, il marchingegno che risolverà tutti (o quasi) i problemi. Tu domandi, lui crea. Tu indichi cosa, lui scrive. Ci sono giornali che ci si sono già buttati a pesce, pubblicando articoli scritti “dal computer”. C’è chi dice che si può fare tutto, tanto la differenza tra uomo e macchina non si nota. C’è chi dice che si può fare ma con circospezione, sempre verificando cosa scrive l’intelligenza artificiale. Noi di Corner certamente non utilizzeremo ChatGPT per la produzione dei nostri contenuti: preferiamo la preparazione, lo studio, il ragionamento dell’uomo. E poi, le conoscenze di ChatGPT sono aggiornate soltanto fino a fine 2021. Ma sulla storia, abbiamo provato a “giocare” con l’intelligenza artificiale, interrogandola sulla storia dell’Atalanta, provocandola, insistendo, portandola quasi allo sfinimento e provando a piazzare qualche trappola. Insomma, intervistandola come con gli uomini, per mille ragioni e limitazioni, non è quasi più possibile fare. Il nostro non è un giudizio sullo strumento, ovviamente, che presenta potenzialità clamorose. Semplicemente, abbiamo aperto una finestra e ci abbiamo guardato dentro. E insomma, una perplessità di fondo ci resta, insieme al rischio che il giornalismo si faccia prendere la mano, e per pigrizia affidi a questo tipo di strumento la creazione dei contenuti da proporre ai lettori. Come vedrete, sarebbe un’attività parecchio rischiosa. Di seguito ecco cosa sa ChatGPT della storia dell’Atalanta.