Atalanta-Udinese: com’è il calcio di Runjaić? All’antica, ma non sempre. Tutto nel bigino di presentazione

scheda. La presentazione di Massimiliano Bogni

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U ltimo saluto prima della terza pausa nazionali della stagione, al Gewiss sarà Atalanta-Udinese. Quanto l’arrivo in estate di Runjaić ha effettivamente mutato la natura dei friulani? Chi sarà il giocatore da tenere d’occhio della formazione friulana? Quali numeri da sapere, finalmente con un campione sufficiente di gare per renderli credibili, per anticipare l’atteggiamento degli avversari odierni dell’Atalanta? Questo e molto altro, nella classica presentazione prepartita di Corner.

Previsioni tattiche

“Siamo rimasti particolarmente colpiti da quello che la sua squadra (Legia Varsavia, nda) faceva: era corta, aggressiva, propositiva, votata all’attacco, e giocava così anche in trasferta”: nelle parole del Group Technical Director Gianluca Nani, in una recente intervista a Ultimo Uomo, è incastonata la forma ideale dell’Udinese di Runjaić. La versione immaginata dalla dirigenza friulana si è finora vista a tratti, alternando fasi più attendiste ad altre più audaci nel tentativo di recuperare palla. Nelle prime vengono massimizzate le qualità contenitive del terzetto difensivo centrale, più portato a contenere e respingere, non ad anticipare ma a contrastare: per quanto riguarda l’ultima linea difensiva, togliere la profondità alle spalle soprattutto dei braccetti porta l’Udinese a piani partita volti a minimizzare i danni (un corpo da pallacanestro prestato al calcio come quello di Isaak Touré, 206 cm per 98 kg, trova proprio nella coordinazione della corsa verso la propria porta la fatica più grande) e a stringere le maglie nei corridoi intermedi.

Nel 5-3-2 posizionale di Runjaić, la stretta distanza tra la retroguardia e il terzetto di centrocampisti permette anche di nascondere le lacune nella lettura dei tagli centrali, gestiti con poca lucidità da tutte le mezzali bianconere (Lovrić a destra, Payero a sinistra, Zarraga come primo cambio di entrambi): trovare i tempi corretti dei triangoli nello spazio tra l’esterno (Ehizibue o Rui Modesto a destra, Kamara o Zemura a sinistra: profili di enorme atletismo ed esplosività, forse eccessiva nella reazione alle finte dei propri riferimenti) e i difensori può regalare molto alla manovra atalantina.