S oltanto fino a un mese fa, nemmeno gli addetti ai lavori avrebbero potuto intuire la parabola dell’estate di Emmanuel Latte Lath. Reduce da 16 reti, tra campionato e coppa nazionale, in Svizzera con la maglia del San Gallo, l’attaccante classe ’99 italo-ivoriano aveva effettuato un salto di qualità non indifferente nell’ultima stagione, peraltro dando continuità ai buoni segnali espressi tra Pro Patria e Spal nelle due tappe precedenti. L’overbooking di attaccanti dell’Atalanta, ancora incerta di capire quale sarebbe stato il futuro di Højlund, Zapata e Muriel, sembrava però non essere conciliante con lo scenario di un futuro in maglia nerazzurra per lui.
Mister Gasperini, che da sempre ritrae il reparto offensivo come quello in grado di apporre un quid in più alle ambizioni delle squadre, ha sorprendentemente cambiato le carte in tavola, richiedendo la sua presenza in ritiro, dopo che al raduno di Zingonia dell’11 luglio il ragazzo non era inizialmente presente. Latte ha fatto parlare il campo, risultando il terzo miglior marcatore del pre-campionato alle spalle di Pašalić e Lookman. Al di là dei gol, peraltro di importanza relativa in sede di pre-season, a sorprendere è però l’impatto che ha avuto nel nuovo-vecchio contesto, visto che la prima squadra l’aveva già assaggiata proprio ai primi albori dell’era Gasperini. Ma ora cos’è cambiato?