C e lo ha ricordato mister Gasperini in una delle sue ultime conferenze stampa: tra le grandi d’Europa la sfida al Barcellona ci mancava (insieme al Bayern Monaco); noi aggiungiamo che sarà una sfida dai contenuti forti per l’Atalanta, considerando che determinerà il posizionamento finale nel girone unico della nuova Champions League. Lasciamo ad altre pagine la presentazione tecnico-tattica del match, in questo approfondimento ci occuperemo della sua situazione finanziaria e mettetevi comodi perché la squadra nerazzurra sta atterrando in terra catalana proprio mentre il Barça è al culmine di una storia fatta di scandali e debiti. Per comprendere bene l’attuale situazione occorre indagare sulla figura dell’attuale presidente Joan Laporta: avvocato, 62 anni, si è da sempre occupato di gestione imprese e di politica essendo il deus ex machina di Democracia Catalana, il partito indipendentista, da lui fondato, che sfida il potere centrale di Madrid. Il suo primo mandato alla testa del club blaugrana si srotola dal 2003 al 2010, sono gli anni di Rijkaard e Guardiola, di Messi e Iniesta, grandi successi ma anche spese pazze e poca trasparenza al punto da dover abbandonare la presidenza.
Ma al rampante avvocato non bastano le attività immobiliari, le imprese di costruzione e neppure il suo attico da 300 metri situato in Avenida Diagonal, una zona commerciale che consigliamo per la sua vivacità agli atalantini in trasferta; essere alla guida del club è il modo migliore per mantenere anche il suo potere politico. Ecco, quindi, che il 7 marzo 2021 viene rieletto e, va detto, trova una situazione contabile già molto scricchiolante con più di un miliardo di debiti e, per non farsi mancare niente, la società è reduce dallo scandalo del Barça-gate che vede il presidente uscente Bartomeu indagato con l’accusa di aver pagato alcune agenzie di comunicazione per screditare Leo Messi sui canali social.