S i è tanto parlato negli ultimi anni del modello Atalanta, differente dalle strategie messe in atto dalle principali squadre italiane ed estere: queste ultime, forti di ricavi inavvicinabili per le società sportive che hanno un bacino d’utenza ridotto, possono spendere e spandere sul mercato. Il club nerazzurro invece effettua solo acquisti oculati di giocatori che non sono sulla bocca di tutti ma che con l’indottrinamento di Gian Piero Gasperini e del suo staff riescono a garantire un rendimento eccezionale. La conferma indiretta di questa strategia arriva dall’ultimo studio del Cies Football Observatory, l’istituto di ricerca indipendente sul calcio con sede a Neuchâtel, in Svizzera. Il bollettino settimanale numero 308 analizza infatti i costi di acquisto dei giocatori che attualmente sono tesserati con la Prima Squadra di tutte le società appartenenti ai 5 campionati principali: Premier League, La Liga, Bundesliga, Serie A e Ligue 1. Si prendono quindi in considerazione solo i costi dei cartellini, senza considerare quello che ai termini contabili è l’ammortamento, cioè la ripartizione del costo di acquisto per le stagioni del contratto: pertanto i giocatori arrivati da svincolati o provenienti dal settore giovanile figurano a costo zero. Allo stesso modo non vengono computati in quest’analisi i ricavi per i giocatori venduti nel frattempo. Dopo questa lunga premessa, possiamo dare un’occhiata ai valori delle 20 squadre dell’attuale Serie A. L’Atalanta capolista a punteggio pieno (3 vittorie su 3) è costata 136 milioni di euro, valore che la pone al 9° posto delle squadre più care del campionato italiano.