L’Atalanta, le altre e il guaio degli stadi mezzi vuoti dopo il Covid. Prezzi in salita, incassi in discesa: ecco tutti i dati

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N ove anni fa Supporters Direct Europe, un’organizzazione britannica senza scopo di lucro costituita nel 2000 per promuovere il coinvolgimento dei tifosi nella gestione dei club, negli enti di governo calcistico e anche lo sviluppo sostenibile del calcio, pubblicò una ricerca di 44 pagine, condivisa dalla stessa Uefa. Intitolato «The Heart of the game: why supporters are vital to improving governance in football» (Il cuore del gioco: perché i tifosi sono vitali per migliorare il governo nel calcio), lo studio sottolinea, tra le altre cose che «il calcio deve fronteggiare l’esclusione di alcuni gruppi, in particolare i giovani, che si manifesta attraverso prezzi alti e politiche tariffarie». L’argomento è attuale con gli stadi che sono stati riaperti al pubblico. Pur essendo in vigore nel nostro Paese la capienza ridotta al 50 per cento (che salirà al 75 molto probabilmente), solo in una manciata di partite delle prime 7 giornate di Serie A si è registrato il tutto esaurito o ci si è andati molto vicini: Lazio-Roma, Milan-Lazio, Salernitana-Roma, Spezia-Juventus, Spezia-Milan, Cagliari-Venezia, Udinese-Napoli e Sassuolo-Inter. Considerando che per l’appunto si sono giocate 70 partite, ammontano solo all’11,43% quelle in cui sono stati venduti tutti i posti a disposizione allo stadio. Un valore risibile stante la capienza veramente ridotta di molti impianti: 5.700 posti per il Picco di La Spezia, 6 mila per il Penzo di Venezia, poco più di 8 mila per l’Unipol Domus di Cagliari e il Castellani di Empoli. Lo stesso ragionamento vale anche per le squadre che godono di un grande bacino d’utenza: nel campionato 2019/20, nelle partite casalinghe in cui il pubblico era ammesso (quindi prima della pandemia), l’Inter fece registrare una media 65.800 spettatori, il Milan sfiorò i 54 mila, la Lazio mancò di poco i 42.400 e Juventus e Roma restarono poco sotto quota 40 mila. Tutti questi dati superano abbondantemente la metà delle capienze dei loro stadi e pertanto era opinione comune che le due milanesi, le due romane e la Juventus sarebbero sempre riusciti ad esaurire facilmente tutti i posti disponibili. Probabilmente ci credevano anche i dirigenti delle varie società, così come quelli degli altri club, dall’Atalanta alla Fiorentina, fino a quelli in lotta per la retrocessione. Un’illusione collettiva perché quest’anno l’Inter viaggia ad una media di 33 mila spettatori, il Milan intorno ai 31.500, la Roma fa poco meno di 29.500, la Lazio supera appena i 26 mila e la Juventus fatica a schiodarsi dai 17.200, piazzandosi dietro persino al Napoli che sfiora i 20 mila spettatori al Maradona.