F ra una decina di giorni si chiude la stagione sportiva così come il primo bilancio dell’Atalanta realizzato utilizzando il criterio dell’anno sportivo. Fino al 2021 infatti la società nerazzurra redigeva il bilancio servendosi dell’anno solare, ossia includendo tutte le operazioni realizzate dal primo gennaio al 31 dicembre. Il ragionamento, valido per buona parte delle aziende, ha in realtà poco senso per le società calcistiche la cui stagione inizia a luglio e si conclude a maggio, tutt’al più ai primi di giugno. Non a caso anche il Milan, nel 2017, effettuò il passaggio dall’anno solare all’anno sportivo.
In attesa di conoscere i dati del bilancio 2022/23 dell’Atalanta che seguendo la prassi degli altri club dovrebbe essere approvato a fine settembre, diamo un’occhiata ai numeri del bilancio dell’ultimo semestre – necessario per il passaggio da un criterio all’altro – e anche a quelli delle annate precedenti. Malgrado l’intervallo limitato a 6 mesi anche nell’ultimo bilancio l’Atalanta è riuscita ad ottenere un utile superiore ai 10 milioni di euro. Sei bilanci consecutivi con un utile ad otto cifre rappresentano una splendida anomalia nel calcio italiano. Il Napoli, per dire, dal bilancio 2006/07 al 2013/14 compresi chiuse in attivo 8 bilanci consecutivi ma gli importi erano molto più contenuti rispetto a quelli atalantini: nel 2006/07 l’utile fu di 1,4 milioni di euro, nel 2009/10 di 344 mila euro, nel 2010/11 di 4,2 milioni di euro e nel 2012/13 di 8,1 milioni di euro.