Quanti soldi perde l’Atalanta se non si qualifica in Champions? Ecco tutti i conti (sì, economicamente è un guaio)

scheda. L’approfondimento di Giovanni Cortinovis

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S vanito il sogno scudetto, è fondamentale che l’Atalanta concluda il campionato nelle prime 4 posizioni. Più che per il prestigio in sé che un tale piazzamento comporta, la motivazione è sempre la medesima, almeno nel calcio moderno, il denaro. Il semplice schierarsi ai nastri di partenza del girone unico di Champions League si traduce in un beneficio non indifferente per un club come l’Atalanta che non può contare sugli stessi ricavi commerciali e da stadio delle grandi del calcio italiano. Giocare in Europa League vorrebbe dire invece incassare circa un quarto e in Conference League addirittura meno di un settimo. D’altro canto i montepremi delle tre competizioni Uefa non ingannano: poco meno di 2,5 miliardi di euro annui, per la precisione 2.458 milioni di euro, per la Champions League; 565 milioni di euro per l’Europa League e 285 milioni di euro per la Conference League. Le differenze sono marcate fin dalla quota di partecipazione al girone unico, fissate nel 2024 e valide fino all’edizione 2026/27 delle competizioni europee: 18,62 milioni di euro a club per la competizione regina, 4,31 milioni per l’Europa League e 3,17 milioni per la Conference League. Notevole anche il differenziale per i risultati conseguiti nel girone: ogni vittoria in Champions League vale 2,1 milioni di euro, mentre in Europa League frutta 450 mila euro e in Conference League 400 mila euro. Ciò significa che un club che vince 5 partite di Conference League o 4 partite di Europa League League incassa meno di quanto prende chi ha conquistato un unico successo in Champions League.