Volontariato, mancano forze giovani: solo il 6% degli addetti è under 35 - Il report

La ricerca. Studio di Csv, Provincia e Università: 449 associazioni sul territorio. La sfida per il futuro sta nell’innovazione, ma il 28% degli enti non ha introdotto alcuna nuova pratica gestionale.

Un salto generazionale e un salto d’innovazione. Se il volontariato costituisce una robustissima trama nel tessuto sociale bergamasco, la sfida è anche quella di guardare al futuro. Per rendere ancora più ampio un aiuto già prezioso, il Terzo settore bergamasco s’è interrogato sul proprio identikit: intrecciando le esperienze e le professionalità di Csv Bergamo (il Centro di servizio per il volontariato), Provincia e Università di Bergamo, è nata un’approfondita ricerca – presentata ieri nel polo di via Caniana – che ha raccolto le risposte di 449 tra organizzazioni e associazioni. Dalla mole di dati emergono parecchi temi. Quasi la metà delle associazioni bergamasche ha fino a vent’anni di attività alle spalle, mentre un buon 17% ha una storia più che cinquantennale (alcune superano il secolo).

Un terzo delle associazioni è impegnato nell’ambito sanitario (tematica che fa da «maggioranza relativa»), a cui si aggiunge un 30% di realtà votate all’assistenza sociale. Mediamente, sono 22 i volontari per ogni ente; il settore della sanità è quello che ha in media il maggior numero di volontari (supera i 30). Il 65% di questi enti è guidato da un uomo; solo le organizzazioni dedicate a filantropia, ambiente e animali vedono una maggioranza di donne alla presidenza. Appena il 6% di volontari ha meno di 35 anni, mentre il 28% delle associazioni «non ha introdotto alcuna nuova pratica gestionale» negli ultimi cinque anni: sono soprattutto queste le sfide da giocare, come emerge dalle conclusioni della ricerca presentata da Mariafrancesca Sicilia, coordinatrice del corso di perfezionamento sulla gestione del Terzo settore promosso dall’Università di Bergamo, e da Michela Cameletti, docente di Statistica dell’Università di Bergamo.

«Nel nostro territorio il volontariato è capace di muovere energie insospettabili. La mappatura è importantissima per capire i fenomeni», è stata la premessa di Cristiana Cattaneo, direttrice della Scuola di management-Scuola di alta formazione dell’Università di Bergamo, nei saluti istituzionali. «Da questi dati abbiamo rilevato qualcosa di importante – sottolinea Oscar Bianchi, presidente del Csv Bergamo –, nella logica e nella direzione di ripensare il volontariato. I Csv lavorano a supporto di qualcosa che è una risposta immediata al territorio: sono un agente di sviluppo del volontariato nei nostri territori». Per Damiano Amaglio, consigliere delegato all’associazionismo e al volontariato della Provincia di Bergamo, «qualità, conoscenza e condivisione sono le parole chiave: attorno a questi temi c’è un’alleanza solida».

Spazio poi alle riflessioni. Luca Gori, docente di Diritto costituzionale alla Sant’Anna di Pisa, ha tratteggiato la configurazione attuale del Terzo settore: «Il territorio racconta di una vitalità civile, culturale, sociale ed economica». Isabella Spreafico, della Direzione generale Famiglia, solidarietà sociale, disabilità e pari opportunità della Regione Lombardia, ha parlato di «rafforzamento e crescita del Terzo settore»: al Registro unico risultano iscritti 1.507 enti bergamaschi.

Sul «Terzo settore che invecchia» si è soffermato Lorenzo Migliorati, professore di Sociologia dei processi culturali e comunicativi dell’Università di Bergamo: tra i nodi da risolvere, c’è la modalità su come coinvolgere i giovani. Infine Lucilla Perego, responsabile dell’articolazione Ufficio Runts della Provincia, ha fatto il punto sul Registro unico nazionale del Terzo settore: «Nel lavoro pratico giornaliero osserviamo la fatica delle associazioni per adeguarsi alla nuova normativa. Il nostro ruolo è aiutare gli enti a farcela».

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