Vittime sul lavoro, da gennaio 2024 la Bergamasca conta 23 morti

L’ANALISI. Sul territorio denunciati 16 infortuni mortali, 7 i deceduti fuori provincia. Piaga in crescita a livello regionale, con 155 incidenti fatali in soli dieci mesi.

La piaga degli incidenti sul lavoro continua a funestare la Bergamasca. Da gennaio ad oggi sul territorio provinciale si sono registrati 16 infortuni mortali, compresi quelli in itinere, occorsi durante il tragitto casa-lavoro o lavoro-casa.

L’ultimo incidente sul lavoro è avvenuto a Ponteranica il 31 ottobre scorso, quando il crollo di un muro nel cantiere per la linea tramviaria T2 è costato la vita Valentin Florin Palade, 44enne operaio d’origine rumena residente a Brescia e impiegato per una ditta in subappalto. Ma l’elenco diventa tristemente più corposo se si aggiungono anche i sette lavoratori residenti nella Bergamasca, che da gennaio ad oggi, sono morti sul lavoro fuori dalla nostra provincia. Nell’ultimo mese sono stati tre, compreso Giuseppe Bolognini, l’operaio 58enne di Pumenengo che è morto ieri mattina nel cantiere di una scuola a Soncino (Cremona). Il 15 novembre Federico Gerardo Rocabado, 54enne nato in Argentina ma residente a Medolago, stava lavorando in un capannone logistico a Pozzuolo Martesana (Milano), quando è precipitato perdendo la vita. Il 22 novembre - a due giorni dall’incidente avvenuto in un cantiere ad Erba (Como) - all’ospedale San Gerardo di Monza è morto Elton Dema, operaio di 41 anni d’origine albanese, che nell’ultimo periodo aveva abitato tra Azzano San Paolo e Stezzano. Da gennaio ad oggi la Bergamasca piange quindi un totale di 23 vittime.

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I numeri

Al netto di lievi oscillazioni, gli infortuni sul lavoro restano purtroppo una piaga quotidiana. L’intreccio tra cronaca e numeri restituisce infatti un quadro dall’impatto sempre elevato: un migliaio di denunce al mese in Bergamasca, oltre 35 al giorno. L’ultima rilevazione dell’Inail indica che nei primi dieci mesi del 2024 sono state presentate 10.748 denunce per infortunio sul lavoro avvenute in provincia di Bergamo: una mole di segnalazioni che arretra di poco, con un calo del 2,8% rispetto alle 11.063 denunce presentate tra gennaio e ottobre del 2023. In tutta la Lombardia i dati segnano una certa continuità, visto che il totale regionale parla di 91.414 denunce in dieci mesi, lo 0,3% in più rispetto alle 91.101 di un anno prima; nelle singole province cresce in maniera più brusca Varese (+6,6%), mentre Lodi evidenzia un calo importante (-8,6%). In tutte queste denunce sono inclusi anche gli infortuni «in itinere».

L’ultima rilevazione dell’Inail indica che nei primi dieci mesi del 2024 sono state presentate 10.748 denunce per infortunio sul lavoro avvenute in provincia di Bergamo

Le denunce per infortunio mortale

C’è poi la voce più tragica, relativa alle denunce per infortunio mortale. L’Inail conteggia i mortali sulla base della provincia in cui avviene l’incidente (il calcolo non è cioè relativo alla residenza della vittima), e nei primi dieci mesi del 2024 sono state 16 le denunce che hanno riguardato fatti accaduti in Bergamasca, compresi gli incidenti in itinere; i numeri sono in leggero calo, dopo l’anno nero del 2023 che aveva contato ben 21 «mortali» in Bergamasca solo tra gennaio e ottobre. Non è così su scala regionale, perché in Lombardia i morti sul lavoro continuano ad aumentare: erano stati 139 tra gennaio e ottobre 2023, sono saliti a 155 (16 in più) nel medesimo arco temporale del 2024. Milano è al primo posto con 39 mortali, seguita da Brescia a 34, poi appunto Bergamo e Pavia a 16. Il focus dell’Inail fornisce poi ulteriori dettagli a livello regionale: delle 155 denunce per infortunio mortale, 139 riguardano uomini e 16 riguardano donne; i mortali in itinere sono 43, le altre 112 sono invece relative a incidenti avvenuti a tutti gli effetti in occasione di mansioni di lavoro. Sono 15 le vittime lombarde con meno di 30 anni, e 12 quelle con più di 65 anni.

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