Visite ed esami, chi non si presenta paga. «E il ticket è dovuto anche dagli esenti»

SANITÀ . Regione Lombardia ha diramato la nota ad Ats, Irccs e Asst: si applica il decreto nazionale Liste d’attesa. Bertolaso: chiediamo un’assunzione di responsabilità. Il dg Welfare: un cittadino su 10 manca agli appuntamenti.

In gergo tecnico si parla di «no show»: ovvero prenotare una visita o una prestazione diagnostica in ospedale e poi non presentarsi all’appuntamento. Da tempo esiste già l’obbligo per le aziende ospedaliere, pubbliche o accreditate, di far pagare il ticket a chi non si presenta senza un giustificato motivo o non annulla per tempo la prenotazione; ora la Regione Lombardia potenzia questo meccanismo, con una platea allargata, e attua la stretta: l’obbligo del versamento del ticket in caso di prestazioni prenotate e saltate riguarderà anche le persone che godono di una esenzione.

Il fenomeno

Il fenomeno del «no show» ha un effetto peggiorativo sulle lunghe liste d’attesa di cui soffre tutta Italia, e la Lombardia non ne è affatto esente: è spesso strettamente collegato alla «caccia all’appuntamento»; di fronte a lunghi tempi d’attesa, c’è chi con la stessa impegnativa prova a fare più prenotazioni, in cerca di una soluzione migliore, dimenticandosi poi di cancellare gli appuntamenti «scomodi» già fissati. In ogni caso, l’incidenza del «no show» appare elevata: secondo i dati forniti dalla Regione a inizio anno, nel 2023 in Bergamasca è andato «a vuoto» il 18,45% delle prenotazioni gestite tramite la rete regionale di prenotazione; in altri termini, 330.563 visite non hanno visto la presentazione del cittadino, a fronte di 1.730.729 prenotazioni fissate.

Ora, arriva il provvedimento attivato dalla Regione Lombardia, sulla scorta di quanto previsto a livello nazionale nel recente decreto Liste d’attesa (proprio la questione del «no show» e della necessità di rendere puntuale il pagamento del ticket anche per gli esenti nel caso in cui non ci si presenti a un appuntamento prenotato, o non lo si annulli per tempo, era stata sollecitata, in sede di «limatura» del decreto nazionale proprio dalla Regione Lombardia, fa sapere la Direzione generale Welfare). L’applicazione su scala lombarda è stata quindi annunciata giovedì 5 settembre da Guido Bertolaso, assessore regionale al Welfare: «Si tratta di una richiesta di assunzione di responsabilità».

Il meccanismo attuale

Un meccanismo simile era già in teoria previsto, ma limitato ai soli pazienti non esenti dal ticket, anche se spesso risultava complicato da attuare; ora anche i pazienti esenti dovranno comunque pagare il ticket se non si presentano a una visita fissata e non disdetta col dovuto anticipo. Nel concreto, la Direzione generale Welfare ha così inviato una nota alle Ats, alle Asst e agli Irccs invitando tutte le aziende sanitarie a «estendere queste procedure anche ai cittadini esenti, che dovranno anch’essi corrispondere la quota di partecipazione in caso di mancata disdetta, salvi i casi di forza maggiore o impossibilità sopravvenuta. La cancellazione deve avvenire almeno due giorni lavorativi prima della data fissata, anche da remoto, in modo da ottimizzare le agende di prenotazione e migliorare la disponibilità delle risorse».

Giovedì Bertolaso ha tirato le somme a livello regionale: «In Lombardia grazie all’intenso lavoro di recall messo in campo dalle nostre strutture e dal call center regionale, siamo riusciti a ridurre il “no show” al 10% rispetto al quasi 20% che avevamo registrato lo scorso anno. Si tratta di un risultato importante raggiunto anche con attività di sensibilizzazione verso i cittadini. Per ridurre maggiormente il fenomeno possiamo ora utilizzare lo strumento dissuasivo della legge che prevede il pagamento del ticket della prestazione non annullata anche per chi usufruisce di una esenzione, ed è la maggioranza dei pazienti. Il rispetto verso gli altri deve essere garantito: in caso io non possa andare a fare la visita o l’esame devo provvedere ad annullare l’appuntamento di modo che qualcun altro possa usufruirne, se invece non mi presento pago il ticket».

La Regione Lombardia si aspetta anche ricadute importanti dal punto di vista dello snellimento delle liste d’attesa, e conferma che i meccanismi già attivati per ridurre il «no show» continueranno: «Ridurre le mancate presentazioni a visite ed esami diagnostici è importante su più fronti – rimarca Marco Cozzoli, direttore generale Welfare della Regione Lombardia –. A partire dallo snellimento delle liste d’attesa, fino alla riduzione della spesa, importante, per la sanità. Non presentarsi a un appuntamento significa penalizzare, dal punto di vista economico, gli ospedali: va tenuto conto sempre del fatto che questo ha dei costi, per il personale, per il fermo macchina, per l’organizzazione del lavoro. Si è agito e si sta agendo in diversi modi per limare il “no show”: dal recall e il remind, per ricordare agli utenti la prenotazione effettuata, fino alla possibilità di pagare in anticipo il ticket al momento della prenotazione, e molto ancora si otterrà con l’istituzione del Cup unico, per evitare le doppie o triple prenotazioni. L’estensione dell’obbligo del pagamento del ticket anche a chi ha esenzioni è una richiesta di assunzione di responsabilità e di compartecipazione allo sforzo di ridurre le liste d’attesa: il 70 per cento delle prestazioni effettuate in Lombardia riguarda persone che hanno una esenzione, per un qualunque motivo».

Invio di sanzioni

Come si arriva ad ottenere il pagamento del ticket in caso di prestazioni saltate? «L’utente in realtà è già tracciato – rimarca Cossoli – , perché chiediamo codice fiscale e tessera sanitaria, al momento della prenotazione. Lo stesso vale per chi ha una esenzione: in caso di “no show” riceverà a casa un sollecito di pagamento. Se non è dimostrato il giustificato motivo della mancata presentazione la sanzione andrà pagata. Ma non va letto nell’ottica “punitiva”, ma come una richiesta di compartecipare a un bene importantissimo per la comunità, la sanità. È una assunzione di responsabilità e già molto siamo riusciti ad ottenere: fino all’anno scorso le prestazioni saltate per mancate presentazioni erano in Lombardia oltre 3 milioni, quasi il 20% del totale di quelle erogate. Ora siamo scesi a un milione e mezzo, tra il 10 e il 12% del totale. Resta una cifra ancora alta: significa che un utente lombardo su 10 prenota e non si presenta. Ed è un problema per chi cerca di prenotare una prestazione, è un problema per i costi della sanità».

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