Violenza sulle donne, in piazza nel ricordo di Sharon - Foto e video

BERGAMO. Domenica 8 settembre la Rete bergamasca contro la violenza di genere ha riproposto il presidio mensile in città, dedicandolo alla 33enne uccisa a Terno d’Isola. Lo zio e una cugina di Sharon Verzeni hanno letto un messaggio.

La Rete bergamasca contro la violenza di genere domenica pomeriggio, 8 settembre, è tornata in piazza. Il presidio in largo Rezzara è stato dedicato a Sharon Verzeni - come quello dello scorso 8 agosto - e a tutte le vittime di femminicidio. Sono tornati anche i parenti di Sharon, tra i quali lo zio Ernesto e alcune cugine, per portare a testimonianza la loro sofferenza affinché a nessuno succeda ciò che è accaduto alla 33enne di Terno d’Isola. Dal 1° gennaio i femminicidi in Italia sono stati 67. Numeri spaventosi, come quelli delle chiamate ai centri antiviolenza: 830 solo nei centri bergamaschi.

In piazza, nonostante la pioggia, c’erano circa 40 persone. Ernesto durante il presidio ha letto una lettera: «Non solo hai tolto la vita a Sharon e cancellato il suo futuro – ha detto in un passaggio, rivolgendosi a Moussa Sangare, l’uomo arrestato per il delitto – ma hai condannato noi parenti all’ergastolo». L’unica speranza è quella nella giustizia, e in un futuro più sicuro. «Dobbiamo essere liberi di camminare nelle nostre strade a qualsiasi ora. Non dobbiamo più avere paura di lasciare uscire le nostre figlie, le nostre fidanzate, le nostre mogli».

«Non siate indifferenti a quello che sto per leggervi», ha esordito la cugina Irene leggendo la sua lettera. «Non basta chiedere scusa», ha ripetuto. «Quel che basta veramente non sono le tue scuse – ha detto rivolgendosi a Sangare – ma il fatto che la giustizia faccia il suo corso come si deve e che tu sconti lo stesso ergastolo che la mia famiglia subirà per tutta la vita». «Non siate indifferenti a niente», ha concluso la ragazza.

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