Violenza di genere, da inizio anno 574 richieste d’aiuto: la Rete torna in piazza

BERGAMO. Sabato 8 giugno, come ogni mese, il presidio «permanente» in largo Rezzara dalle 18. «Elencheremo le nostre richieste a chi si candida a governare i Comuni, fermare la violenza è possibile».

La Rete bergamasca contro la violenza di genere torna a manifestare con il presidio «permanente» che prevede una presenza in piazza ogni giorno 8 del mese, in largo Rezzara, dalle 18, con le sagome fucsia che riportano i nomi delle vittime di femminicidio e le fasce fucsia al braccio delle persone presenti. Sabato 8 giugno, in occasione delle elezioni, la Rete elencherà pubblicamente le sue richieste a coloro che saranno i nuovi amministratori e le nuove amministratrici della città e di 164 Comuni della provincia perché «fermare la violenza è possibile e sono molte le azioni che gli enti locali possono mettere in campo».

Da inizio anno 574 chiamate

Dall’inizio dell’anno ai Centri antiviolenza di città e provincia sono arrivate 574 nuove chiamate, da parte di donne che vivono violenza quotidiana in casa o vengono perseguitate, spesso dai propri ex compagni (stalking); nel mese di maggio le nuove chiamate sono state 114. «Va ricordato – evidenzia la Rete – che i Centri antiviolenza non sono le uniche realtà a cui chi subisce violenza può rivolgersi, molti sono i casi che vengono «registrati» da ospedali, forze dell’ordine e sportelli di ascolto: si può dunque immaginare quali dimensioni raggiunge la violenza di genere nel territorio bergamasco, che non si differenzia dalla tendenza nazionale».

In Italia 39 femminicidi

Dall’1 gennaio, in Italia, si sono verificati 39 femminicidi: all’incirca ogni due giorni una donna viene uccisa e nel 90 per cento dei casi l’assassinio arriva dopo lunghi periodi di violenza, a volte anni, e non di rado dopo che la vittima aveva sporto denuncia o chiesto aiuto. «Queste morti si possono e devono evitare – sottolinea la Rete bergamasca –. Anche in Bergamasca abbiamo assistito a femminicidi, l’ultimo alla fine di marzo a Cologno al Serio. Sono molte le iniziative che a livello locale si possono intraprendere per combattere la violenza di origine patriarcale e promuovere nuove consapevolezze e modi di vivere le relazioni». Per questo la Rete, in occasione delle elezioni che porteranno al cambio di amministrazione in città e in 164 Comuni della provincia, sabato 8 giugno presenterà le proprie richieste di impegno a coloro che si accingono a essere i nuovi amministratori e le nuove amministratrici locali.

Le richieste in sintesi

La Rete bergamasca chiede protezione di chi ha denunciato o chiesto aiuto, attraverso formazione al «riconoscimento del rischio di escalation della violenza» di forze dell’ordine e servizi specialistici territoriali e creazione di più posti nelle comunità protette; aumento del sostegno ai Centri antiviolenza; promozione di reti e partenariati per facilitare l’accesso alla casa e al lavoro, quando per uscire dalla violenza la persona ha dovuto abbandonare la propria abitazione e allontanarsi dal maltrattante significa perdere la fonte primaria di sostentamento. E, ancora, lavorare per la prevenzione: sostenendo gli spazi di ascolto per maltrattanti e favorendo e implementando percorsi di formazione ed educazione - alle differenze, all’affettività e al consenso nelle relazioni - destinati alle scuole di vario grado ma anche ad aziende, pubblica amministrazione e ordini professionali. E poi favorire la collaborazione tra enti locali, perché gli/le abitanti di ogni Comune della provincia siano informati su quali sono i servizi già esistenti su tutto il territorio, e promuovere all’interno delle istituzione pubbliche l’utilizzo di un linguaggio rispettoso e inclusivo. Durante il presidio ci saranno interventi musicali a tema delle giovani rapper Edo e Nayda.

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