Violenza contro le donne: la campagna rivolta agli uomini «C’è sempre un altro modo»

L’iniziativa Promossa da Aiuto Donna e da La svolta si propone di contrastare la violenza invitando a valutare percorsi di cambiamento.

«Non voglio che abbia paura di me», «Insulti, umiliazioni, minacce. Voglio smettere», «Le ho messo le mani addosso. Non voglio più farlo». Sono queste alcune delle frasi sulle locandine che verranno distribuite e affisse in vari luoghi istituzionali di città e provincia, come le reti territoriali antiviolenza, i servizi sociali, gli uffici pubblici, le biblioteche, i pronto soccorso, ma anche gli studi medici e pediatrici, le farmacie, gli istituti scolastici superiori, le associazioni, gli oratori, i centri sportivi, le sedi dei sindacati, le aziende e gli esercizi pubblici: una diffusione capillare per intercettare più uomini possibili. Sì, perché queste frasi sono al centro di una campagna di comunicazione - promossa dal Centro antiviolenza Aiuto Donna e dall’associazione La svolta-Spazio ascolto uomini maltrattanti di Bergamo e realizzata in collaborazione con il Centro di ascolto per uomini Senza Violenza di Bologna - che si rivolge proprio agli uomini ed ha come obiettivo la lotta alla violenza sulle le donne.

Una campagna, lanciata in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (che si celebra domani) il cui messaggio è chiaro: «C’è sempre un altro modo. Chiamaci!». «L’obiettivo - spiega il presidente de La svolta, Michele Camolese - è comunicare con gli uomini che esercitano forme di violenza e dire loro che oggi esiste un luogo in cui essere ascoltati e aiutati a interrogarsi sui propri comportamenti violenti per intraprendere un percorso di cambiamento». «Finora - aggiunge Fabio Chiassi, operatore dell’associazione La svolta - abbiamo visto le rappresentazioni della donna come vittima ma questa è la conseguenza della violenza, mentre la realtà è fatta di uomini normali, non mostri o malati, che però all’interno delle mura domestiche esercitano delle pretese e ritengono siano diritti: se non riescono a concretizzarle agiscono con la violenza». Una violenza che purtroppo è molto diffusa, ma che questi uomini tendono a negare, minimizzare, giustificare oppure proiettano le loro responsabilità sulla coniuge.

«La nostra equipe operativa - continua Chiassi - è formata da 3 uomini e 2 donne ed insieme riusciamo ad avere un doppio sguardo per il disvelamento dei meccanismi che gli uomini maltrattanti mettono in atto». La svolta, nata nel 2018, è stata promossa e sostenuta dal Centro antiviolenza Aiuto Donna di Bergamo e rappresenta un riferimento per gli uomini che vogliono intraprendere un percorso di consapevolezza e di assunzione di responsabilità rispetto al proprio comportamento maltrattante verso le donne (e i figli) non solo di tipo fisico ma anche psicologico, economico e di stalking: da novembre 2018 a ottobre 2021 ha ricevuto 96 contatti e attualmente 27 uomini stanno seguendo il percorso, mentre 7 sono in fase di conoscenza. In totale, sono stati effettuati 490 incontri individuali e 67 di gruppo (attività avviata a settembre 2019).

«Lavoriamo - precisa Camolese - in stretta collaborazione con Aiuto Donna anche per sradicare alcuni presupposti culturali, come la visione del maschile nella società come parte dominante». Aiuto Donna da 22 anni ascolta e aiuta le donne che subiscono violenze: da gennaio a ottobre ha ricevuto 360-370 donne che hanno avuto il coraggio di varcare la soglia del centro, ma le richieste di aiuto sono più di 500. «La campagna di sensibilizzazione - sottolinea la presidente Oliana Maccarini - è la prima di questo tipo nella nostra provincia. Affrontiamo la violenza maschile non solo dal punto di vista della donna, ma ci rivolgiamo agli uomini per richiamarli a riconoscere la loro responsabilità sociale nell’essere portatori di violenza».

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