Vigilante ucciso, la svolta nelle indagini e il coltello trovato in via Paglia - Foto/Video

LA SVOLTA. Gli inquirenti erano sulle tracce dell’assassino sin da venerdì sera, lo ha fermato la polizia svizzera e lo ha consegnato a Chiasso agli agenti italiani, è arrivato in questura a Bergamo verso le 13.30, poi la confessione. Un coltello, che potrebbe essere quello del delitto, trovato nella mattinata di sabato in via Paglia.

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Il presunto omicida di Mamadi Tunkara, il vigilante ucciso a coltellate nel primo pomeriggio di venerdì 3 gennaio in via Tiraboschi, in pieno centro a Bergamo è stato fermato nella mattinata di sabato 4 gennaio in Svizzera. L’uomo, un 28enne del Togo, senza fissa dimora è stato fermato dalla polizia elvetica perché in possesso di documenti irregolari e consegnato poi a Chiasso ai colleghi italiani. L’uomo è stato portato in questura a Bergamo verso le 13.30, dove nel pomeriggio ha confessato il delitto.

Il procuratore aggiunto Maria Cristina Rota, a margine del vertice sulla sicurezza in Prefettura, aveva aggiunto alcuni particolari: l’uomo era il principale sospettato, ma non c’era ancora un provvedimento di fermo ufficiale nei suoi confronti.

Senti qui l’intervista al Procuratore aggiunto Maria Carla Rota.

Omicidio Mamadi Tunkara, Maria Cristina Rota : «L’uomo bloccato resta il maggior sospettato». Video di Yuri Colleoni

Trovato un coltello in via Paglia

Sempre nella mattinata di sabato 4 gennaio gli investigatori hanno trovato un coltello in via Paglia al civico 22. La polizia scientifica è al lavoro per confermare che il normale coltello da cucina scovato all’interno del cortile dell’edificio, possa essere l’arma del delitto.

L’omicidio sarebbe un’azione premeditata

L’uomo, secondo gli inquirenti che hanno visionato le immagini delle video sorveglianza, entra per cercare Mamadi nel market del piano interrato dell’edificio dell’Ovs alle 15.04 e esce un minuto dopo, mentre sta risalendo lo incontra mentre sta arrivando al lavoro in bicicletta, lo butta contro una vetrina e poi lo accoltella. La ricostruzione fatta attraverso questi video farebbe presupporre che il gesto fosse premeditato.

La fuga a piedi in via Ghislanzoni

L’assassino, poi era fuggito a piedi in via Ghislanzoni e poi verso via Paleocapa come testimonia anche un video registrato da alcuni residenti. Potrebbe essere plausibile, vista la direzione presa dall’uomo nella fuga, che il coltello trovato in via Paglia sia proprio l’arma del delitto.

Inseguimento in via Ghislanzoni: potrebbe essere l’assassino di via Tiraboschi - Il video

L’omaggio a Mamadi Tunkara

Nella mattinata di sabato 4 gennaio, tanti cittadini hanno voluto portare un omaggio a Mamadi Tunkara. Sul luogo del delitto un cero e qualche fiore è stato posato a terra. Molti si sono fermati qualche istante per una preghiera o un pensiero rivolto al ragazzo ucciso.

Un messaggio di cordoglio è apparso anche sul sito del C.p.i.a di Bergamo che il ragazzo aveva frequentato per conseguire la licenza media: «Le tue speranze, i tuoi sogni, il tuo sorriso rimangono nelle mura della nostra scuola. Ci stringiamo con affetto alla sua famiglia e ai suoi cari, condividendo il loro dolore in questo momento così difficile. Ciao Mamadi, fratello d’Italia».

Vertice in Prefettura

Sabato 4 gennaio dalle 11 in Prefettura a Bergamo è in corso un vertice straordinario del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocato a seguito dell’omicidio.L’incontro è presieduto dal prefetto Luca Rotondi, presenti il procuratore aggiunto Maria Cristina Rota e i vertici delle forze dell’ordine.

Le parole del Prefetto Luca Rotondi a margine del vertice.

Il prefetto Luca Rotondi sull’omicidio di Mamadi Tunkara. Video di Yuri Colleoni

Chi era Mamadi Tunkara

Mamadi Tunkara aveva 36 anni e in Italia è arrivato il 25 ottobre del 2016 dopo una traversata in barca del Mediterraneo. Dal Gambia aveva attraversato in autobus Senegal, Mali, Burkina Faso, Niger e Libia.

Da un paio d’anni era ospite del Patronato San Vincenzo. Viveva a Verdello, in via Brolis 17, in un appartamento a disposizione dell’housing sociale, insieme ad alcuni connazionali e con lui c’era anche il fratello minore Alieu, di 26 anni. Aveva frequentato le scuole serali al Cpia al Pesenti ottenendo la licenza media il certificato A2 di lingua italiana.

Mamadi Tunkara era un punto di riferimento al Carrefour, il supermercato sotterraneo di via Tiraboschi, non solo per il suo servizio attento di portierato - che svolgeva all’ingresso del negozio e tra i reparti, per verificare che l’ordine e la sicurezza fossero sempre a regime - ma soprattutto per la sua cura verso gli altri. «Era buono come il pane» dicono tutti, dai commercianti della via ai frequentatori del supermercato, tanto da andare oltre le sue mansioni e da aiutare le clienti più anziane a portare la spesa. «Un ragazzo d’oro, troppo buono».

Frequentava la palestra FitActive di via Camozzi in cui si allenava la mattina, prima di prendere servizio al supermercato, insieme ad altri amici. Il 12 gennaio sarebbe dovuto partire per il Gambia per andare a trovare la sua famiglia.

«Top Secret» si farà carico di tutti i costi per il rientro della salma in Gambia

Mamadi Tunkara lavorava per la società ferrarese di sicurezza Top Secret. Il giovane era stato assunto un mese fa, esattamente il primo dicembre.

«Tutti ce ne avevano parlato come di un bravo ragazzo, serio, tranquillo e bene inserito nella collettività e per questo lo abbiamo assunto» spiega Matteo Mazzoni, presidente del gruppo. «Questo episodio – prosegue Mazzoni – ci ha profondamente scosso. Per questo abbiamo deciso di stare vicini alla famiglia del nostro dipendente. Top Secret si farà carico di tutti i costi inerenti il rientro della salma in Gambia, così come forniremo loro tutta l’assistenza legale necessaria. Collaboreremo in ogni maniera con la procura di Bergamo, perché si arrivi alla ricostruzione esatta del drammatico episodio e all’identificazione e quindi all’arresto di chi lo ha così brutalmente assassinato».

Il comunicato di Carrefour

Carrefour Italia ha appreso «con dolore della morte, a seguito di un’aggressione, di un addetto alla sicurezza impiegato presso un punto vendita di Bergamo e dipendente di una società terza». Il riferimento è all’omicidio di Mamadi Tunkara, ucciso venerdì a coltellate in pieno centro a Bergamo. «In attesa che le indagini facciano chiarezza su quanto accaduto, l’azienda rimane a completa disposizione delle autorità competenti per fornire il massimo supporto e si stringe attorno a famigliari e conoscenti della vittima in questa tragica circostanza», scrive Carrefour Italia in una nota.

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