Viaggio per Milano con solo 7 passeggeri. A Ponte S. Pietro parte il treno «fantasma»

IL REPORTAGE. Con l’apertura del cantiere del raddoppio, pendolari e turisti hanno abbandonato la linea via Carnate. Ora servono cento minuti per raggiungere il capoluogo lombardo. Ma i convogli partono ogni ora con sette vagoni.

«Si avvisano i passeggeri che l’autobus sostitutivo per Ponte San Pietro è in partenza dal punto di fermata previsto. Ferma a Bergamo Ospedale». Per chi arriva in stazione per la prima volta dall’inizio dei lavori per il raddoppio dei binari verso Ponte, il tragitto inizia con una caccia al tesoro. Il «punto di fermata previsto» è la pensilina in piazzale Marconi dove fino ai primi di febbraio si fermavano gli autobus dell’Atb.

Viaggio d’agosto verso Milano via Carnate, una tratta che (a ragione) non compare più neppure sui tabelloni delle partenze. Non che sia mai stata una linea particolarmente efficiente e frequentata, coi rallentamenti sul ponte di Paderno, i frequenti cambi a Carnate, le mancate coincidenze… Tutto però ci aspettavamo - nonostante il periodo estivo - fuorché di salire su una sorta di treno «fantasma», sparito dai radar della stazione di Bergamo e utilizzato ormai perlopiù come servizio metropolitano verso il capoluogo lombardo dai centri della periferia milanese e della Brianza.

Un’ora e 40 minuti di viaggio

Orari alla mano, per raggiungere la stazione di Milano Porta Garibaldi da Bergamo su quel treno servono un’ora e 40 minuti. Decidiamo di snobbare il collegamento diretto via Treviglio e quello su gomma dell’Autostradale (altra opzione per raggiungere Milano in un’ora, traffico permettendo) per capire meglio come funzionano il servizio degli autobus sostitutivi e le

coincidenze. Prima di partire ci allunghiamo al binario 1 ovest, da dove partono i treni per Milano Centrale: l’impressione è che ci siano quasi più turisti che pendolari, ma a pochi giorni da Ferragosto non è poi così strano. Un altro annuncio registrato ricorda che «è vietato attraversare i binari» e che bisogna «servirsi del sottopasso». Peccato che alla stazione di Bergamo da sei mesi funziona solo il primo binario, che gli altri, nel frattempo, sono stati tolti e che tutti gli accessi, dal sottopasso, sono murati per evitare incursioni abusive verso le banchine. L’avviso trae in inganno ormai solo i turisti che salgono e scendono dalle scale spaesati con le loro valigie alla ricerca dei convogli per Brescia e per Milano, che da sei mesi si raggiungono ormai senza neppure entrare in stazione.

La nostra partenza è fissata per le 7.49, in bus, alla volta di Ponte San Pietro. Un quarto d’ora prima, alle 7.34, ne parte un altro sempre diretto alla stazione di Ponte. «È quello per la coincidenza con il treno per Lecco, che parte alle 8.15», ci dice l’autista. Tempo stimato per la nostra prima tratta, trentuno minuti, via ospedale e asse interurbano, passando per Bonate.

Le coincidenze «ballerine»

Il treno per Milano è in partenza da Ponte San Pietro alle 8.30 in punto. E se non arriviamo per tempo? «Il treno dovrebbe aspettare, ma non sempre accade. Dipende dal macchinista – ci dice un autista –. Quando c’è traffico, noi avvisiamo sempre, ma a volte arriviamo che il treno

è già partito». Con buona pace dei passeggeri (la frequenza è oraria e a Ponte San Pietro altre alternative non ce ne sono). Gli autobus sostitutivi partono sempre in coppia: insieme a noi salgono in tutto sette persone, per un centinaio di posti a disposizione. «Ma è così solo in estate, e neanche a tutte le ore», ci spiega l’autista. Al ritorno verso Bergamo, qualche passeggero in più sale sempre, diretto magari all’aeroporto di Orio. «Comunque la settimana prossima è prevista qualche corsa in meno negli orari di morbida». Per la strada il traffico scarseggia; all’ospedale arriviamo in orario: scendono in due. Una coppia di turisti prenderà il treno per Lecco, su quello diretto a Milano saliranno soltanto gli altri tre passeggeri partiti insieme a noi da piazzale Marconi. Alla stazione di Ponte San Pietro arriviamo alle 8.11, con nove minuti d’anticipo. Ci sarebbe tempo anche per la colazione, che preferiamo rimandare una volta arrivati a destinazione. Ad aspettarci c’è un lungo convoglio di sette carrozze (di cui una di prima classe). La partenza è per le 8.30, come detto, ovvero 41 minuti dopo l’inizio del viaggio.

Otto fermate intermedie

L’orario di arrivo previsto a Milano Porta Garibaldi è per le 9.29, dopo otto fermate intermedie (Terno, Calusco, Paderno, Carnate, Arcore, Monza, Sesto San Giovanni e Milano Greco Pirelli). È evidente che nessun pendolare potrebbe mai pensare di avventurarsi da Bergamo in un viaggio di 100 minuti (salvo complicazioni) per raggiungere Milano.

Da Ponte San Pietro partono sette passeggeri (su 567 posti disponibili). A Terno e Calusco, le altre due fermate in terra bergamasca prima di sconfinare nel lecchese e poi in Brianza, salgono in tutto una trentina di persone. Al netto di chi è già sceso, si riparte verso Paderno con una media di tre passeggeri per carrozza: tra loro ci sono un paio di ciclisti, due coppie d’amiche che arrivano dall’Isola e vanno a Milano a fare shopping, un’anziana che va trovare la nipote a Cinisello e altri due signori con gli occhi puntati sui loro pc. Viene da chiedersi il perché di un convoglio così lungo anche in piena estate: senza studenti né pendolari (quelli che salgono lungo il tragitto, di solito, ci sono), almeno fino ad Arcore basterebbe un solo vagone. Ma tant’è.

I nuovi treni non si vedono

Su questa linea i nuovi convogli «Vivalto» e «Donizetti», più attrezzati e silenziosi, non sono ancora arrivati. Si fa di necessità virtù, provando a guardare il bicchiere mezzo pieno: «Da quando la corsa inizia a Ponte, il treno ha perso i pendolari della città e parte quasi sempre mezzo vuoto – ci conferma un macchinista –. Difficilmente si riempie, anche durante l’anno scolastico (quando peraltro sono attivi da Bergamo gli autobus diretti a Terno e Calusco, ndr)».

Una signora si lamenta perché l’aria «è troppo fredda». Dopo il terzo andirivieni, le suggeriamo lo scompartimento a fianco, dove invece il condizionatore è spento. Un altro funziona, ma perde acqua, fino a che qualcuno del personale non provvede a spegnerlo. A Monza salgono due agenti della Polizia di stato, che ci accompagnano fino a Milano.

Due minuti di ritardo

Si arriva al capolinea con un centinaio di persone a bordo e due minuti e mezzo di ritardo, che su un’ora e 40 di viaggio – cambio compreso – è più che accettabile, ma che non ci permette di prendere il treno di ritorno in partenza alle 9.31. Non è ovviamente una coincidenza e ci ha lasciato a piedi subito dopo il nostro arrivo sul binario a fianco. Ci aspettano dunque 59 minuti d’attesa in stazione, prima di ripartire con lo stesso convoglio. Data la calura di questi giorni ne approfittiamo per risalire non appena il treno si rimette in moto. L’aria condizionata, almeno stavolta, è compresa nel prezzo del biglietto.

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