Via Gleno, detenuti a quota 595. E c’è un guasto al riscaldamento

CARCERE. Sempre più affollato, secondo i dati del ministero: i posti sono 319. La direzione sui problemi a un impianto: dovuti all’usura, si sta intervenendo

Di più, sempre di più. Il carcere di Bergamo è sempre più affollato, peggiora il proprio record e si avvicina a una soglia simbolica pesante: quella dei 600 detenuti. L’asticella ci è arrivata vicina, perché l’aggiornamento del ministero della Giustizia riferito alla situazione di lunedì 16 dicembre attestava la presenza di 595 reclusi. È un’escalation che nell’ultimo periodo sembra essersi fatta ancora più rapida: il 6 dicembre risultavano 583 reclusi, il 13 dicembre erano 591, il 16 si è saliti appunto a 595. Mai così tanti da quando il ministero diffonde dati puntuali e periodici; circa un anno fa, al 31 dicembre 2023, erano 562. Solo negli ultimi dodici mesi la crescita sfiora il 6% e il timore è che si possa anche arrivare a quota 600 reclusi.

Tra le mura penitenziarie si incrociano storie di ogni tipo e anche tendenze recenti: «giovani adulti» e chi entra per scontare brevi residui di pena.

Il tasso di sovraffollamento

Patologie croniche e comuni all’intero Paese, quelle che affliggono il sistema carcerario. I posti regolamentari della casa circondariale di via Gleno sono 319, il tasso di affollamento arriva così al 186,5%. Tra le mura penitenziarie si incrociano storie di ogni tipo, e a ingrossare le file della popolazione ristretta ci sono anche alcune tendenze recenti: oltre all’afflusso dei «giovani adulti» (i detenuti tra i 18 e i 24 anni, che prima del Decreto Caivano rimanevano più frequentemente negli istituti per minori), c’è chi entra per scontare brevi residui di pena. «Ci sono persone che fanno ingresso in carcere a distanza di molti anni dal reato per scontare periodi di detenzione di pochi mesi – spiega don Dario Acquaroli, cappellano del carcere intitolato a don Fausto Resmini – , e magari dopo essersi ricostruiti una famiglia, un percorso di vita. Anche questa dinamica contribuisce a bloccare il sistema, oltre a non tener conto dei cambiamenti che vive una persona nel frattempo.

Le festività acuiscono il senso di solitudine

Il dato del sovraffollamento fa capire che non è con l’inasprimento delle pene che si risolve il problema della criminalità: aumentare le pene è una misura che a livello d’immagine sembra forte, ma finisce col peggiorare la situazione». Insieme all’estate, è questo il periodo dell’anno più difficile per chi si trova in carcere. Le festività acuiscono il senso di solitudine e di distanza di chi si trova recluso, mentre il freddo fra breccia anche tra le celle. Negli ultimi giorni sono stati segnalati dei problemi a un impianto di riscaldamento che serve alcune celle dell’area Penale, l’anomalia - spiegano dalla direzione del carcere - è dovuta all’usura dell’impianto e si sta già intervenendo, e «nessuno è al freddo o senza acqua calda».

Negli ultimi giorni sono stati segnalati dei problemi a un impianto di riscaldamento che serve alcune celle dell’area Penale.

La situazione problematica dei servizi igienici

Proprio la situazione delle docce e dei bagni, con alcuni malfunzionamenti segnalati periodicamente, è stata fatta notare il 6 dicembre in occasione della visita che la Commissione Carceri del Consiglio regionale ha svolto all’interno della casa circondariale bergamasca; in quell’occasione erano stati annunciati interventi di manutenzione e ripristino. Anche perché non tutte le celle sono servite da docce: secondo la scheda pubblicata dal ministero e aggiornata sempre al 16 dicembre, su 192 «stanze di detenzione» sono solo 113 quelle con la doccia; per le altre si ricorre ancora a docce comuni.

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