Via Camozzi, teleriscaldamento rinviato al 2025: l’antica Porta verrà reinterrata

IL CANTIERE . A2a proseguirà con le indagini fino alla fine del mese per valutare soluzioni alternative. La posa dei tubi si farà la prossima estate. La Soprintendenza: «L’antico manufatto verrà adeguatamente conservato».

Un tuffo nel passato in via Camozzi. Il cantiere di A2a per l’estensione della rete del teleriscaldamento ha permesso di ritrovare gli antichi resti della Porta Sant’Antonio, tracce di quando un tempo lì c’erano le Muraine.

Ad inizio agosto sono emerse le prime testimonianze. Questo ha comportato l’interruzione dei lavori e la necessità di pensare a soluzioni alternative per il passaggio del teleriscaldamento. «Dopo i sopralluoghi con la Soprintendenza e gli uffici comunali delle scorse settimane, sono ora in corso e proseguiranno fino a fine agosto le indagini per valutare l’esatta consistenza del manufatto. Una volta ricostruita in maniera precisa l’impronta dell’ex Porta, i tecnici di A2a potranno valutare quali siano le soluzioni alternative per proseguire, la prossima estate, nella posa delle tubazioni del teleriscaldamento, in accordo con il Comune di Bergamo», fanno sapere da A2a. Per il posizionamento del teleriscaldamento quindi si dovrà attendere il prossimo anno.

Le Muraine

E intanto in centro città si ha un assaggio di come doveva essere la Bergamo di un tempo. «La Porta rinvenuta ci racconta di quando a Bergamo c’erano le Muraine» rileva Stefania De Francesco della Soprintendenza archeologica per le province di Bergamo e Brescia e referente per la tutela delle aree archeologiche della città di Bergamo. Il sistema difensivo della città di Bergamo delle cosiddette Muraine (portate a termine negli anni intorno al 1350 e ampliate già entro il 1375), scendendo con ampio percorso dai colli dove si trova la città vecchia, difendevano i borghi che si erano sviluppati nel corso dei secoli lungo le direttrici che collegavano Bergamo ai paesi e alle città vicine. Queste svolgevano anche la funzione di confine daziario e seguivano gran parte del percorso cittadino della Roggia Serio Grande (l’antico Fossatum Comunis Pergami) che fungeva quindi da fossato lungo le via Tiraboschi, Zambonate e Camozzi, appunto. Tanto è vero che il ritrovamento archeologico, per la Soprintendenza, non è stata una grande sorpresa.

«Essendo quella una zona “calda” e a “rischio” di ritrovamenti archeologici, dall’inizio il cantiere è stato seguito anche dal supporto di un archeologo», fa presente De Francesco. Le Muraine furono completamente abbattute nel 1901 in seguito alla soppressione del dazio. «Ma con ogni probabilità la Porta rinvenuta venne abbattuta già nell’Ottocento. Non sappiamo con precisione quando. E consisteva in una porta daziaria che scavalcava la Roggia Serio», precisa la referente. La Porta è «conosciuta» agli storici. «La sua presenza e il suo nome sono segnalati nelle mappe storiche. Il toponimo? Probabilmente si riferisce ad un luogo di culto dedicato a Sant’Antonio, appunto, in Borgo Palazzo, ora perso», aggiunge la sovrintendente riguardo alla ricerca storica attorno al ritrovamento. Un’importante testimonianza del passato della città, senz’altro. Ma che, non appena saranno concluse le indagini archeologiche, tornerà sotto terra. «Per il luogo in cui si trova non è possibile creare un sito archeologico fisso e visitabile. Manderebbe in tilt la città. Il sito, quindi, verrà reinterrato e verrà garantita la sua conservazione grazie ad appositi tessuti protettivi», spiega.

La sua storia, però, non verrà dimenticata. «Con ogni probabilità restituiremo quello che è stato trovato o rilevato, anche con le relative fotografie, al Museo Storico cittadino o in un’altra ubicazione. Interessante sarebbe mettere a confronto le fotografie scattate durante lo scavo con le carte storiche del tempo, così da avere contezza del cambiamento della città», conclude De Francesco.

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