«Verbali non fedeli», carabinieri all’Ordine dei commercialisti

L’INCHIESTA. Indagine per falso sulle sedute del vecchio Consiglio di disciplina e sul suo azzeramento. Il presidente del Cdd Melegoni: «Seguite le norme».

C’è un’indagine per «falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici» su quanto sta accadendo dall’inizio dell’anno all’interno del Consiglio di disciplina (Cdd) dell’Ordine dei commercialisti di Bergamo. Due le questioni nel fascicolo aperto, per ora a carico di ignoti, dal pm della Procura di Brescia Antonio Bassolino: l’azzeramento – ritenuto illegittimo – del Cdd con la conseguente nomina di uno nuovo che, per l’accusa, sarebbe un organismo «parallelo» in quanto quello precedente non risulterebbe ufficialmente decaduto; e la fedeltà dei verbali delle sedute, che - stando alle accuse – non riporterebbero in toto quanto accaduto durante le riunioni e che sarebbero stati negati ai consiglieri che ne chiedevano copia.

Giovedì26 ottobre i carabinieri si sono presentati alla sede dell’Ordine, in un palazzo alla Rotonda dei Mille, con un decreto di perquisizione e sequestro per acquisire supporti informatici e documentazione. Altri militari hanno bussato in alcuni studi professionali di città e provincia, compreso quello dell’attuale presidente dell’Ordine, Francesco Geneletti, di quello del precedente Cdd, Claudio Melegoni, e di 4 consigliere. Contemporaneamente, a Roma, i carabinieri della capitale hanno perquisito gli uffici dell’Ordine nazionale dei commercialisti.

La ricostruzione della vicenda

Le prime crepe all’interno del Cdd si intravedono nella primavera 2022, poco dopo l’insediamento: non garba a tutti l’introduzione di criteri automatici nell’assegnazione dei fascicoli disciplinari. I malumori si estendono ad altri argomenti, tra cui i ritardi negli accertamenti della posizione di alcuni iscritti. Si succedono, per i più svariati motivi, le dimissioni. E così, a gennaio 2023, il presidente Melegoni annuncia l’azzeramento del Cdd in carica e l’imminente invio di una nuova lista di candidati al presidente del tribunale Cesare de Sapia, cui spetta la nomina dei 15 consiglieri e dei 5 supplenti. Con una mail agli iscritti Geneletti il 19 gennaio spiega che «si è già attinto dall’elenco dei membri supplenti», il cui numero risulta esaurito, e che pertanto l’integrazione dei dimissionari non è più possibile. Il 12 aprile viene nominato il nuovo Cdd.

Ma la procedura è contestata da uno dei consiglieri considerati decaduti, Maria Linda Sottocorna, titolare di uno studio a Romano, che il 19 maggio segnala, tra gli altri al Consiglio nazionale, al procuratore aggiunto di Bergamo Maria Cristina Rota e a quello di Roma Paolo Ielo, che «a Bergamo attualmente sono in carica due Cdd», «uno parallelo al primo che non è legittimato a operare e ha scalzato dai suoi poteri quello legittimamente nominato». La commercialista cita il dpr 137/2012 «che prevede la sostituzione dei componenti del Cdd solamente in caso siano venuti a mancare a causa del decesso, dimissioni o altra ragione». Non concordano sull’interpretazione della normativa Geneletti e il Cdd. Sottocorna lamenta pure che il Cdd è arrivato ad adottare una delibera che vieta «a ogni consigliere di ricevere copia di detti verbali». Alla fine, però, la commercialista riesce a venire in possesso dei resoconti delle sedute e scopre «l’omessa verbalizzazione di interventi di alcuni consiglieri». Così invia al Cdd di Brescia, competente a giudicare l’operato dei consiglieri di disciplina bergamaschi, un esposto coi temi del contendere. A Brescia, considerando delicata la questione del “doppio” Cdd, chiamano in causa uno studio legale. Che osserva come «i componenti del Cdd non dimissionari debbano essere ritenuti tuttora in carica». Giuseppe Baiguera, presidente del Cdd bresciano, decide di presentare un esposto alla Procura di Brescia.

Sul «doppio» Cdd Melegoni si è limitato a dichiarare che quello subentrato è stato nominato seguendo i regolamenti. Quanto ai verbali, la versione difensiva è chiara: erano stati approvati nelle sedute successive e nessuno aveva trovato da ridire. Ieri non ci è riuscito di contattare Geneletti.

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