Variante inglese in Bergamasca
Dopo Treviglio, nuovo caso in città

Dopo Treviglio, positivo in città un ventenne: non è rientrato dal Regno Unito, negativo al tampone rapido.

C’è un secondo caso della cosiddetta «variante inglese» del Covid-19 nella Bergamasca. Dopo il primo positivo, rilevato nei giorni scorsi a un «drive through» dell’Asst Bergamo Ovest, un altro caso è stato riscontrato in città: si tratta di un ragazzo poco più che ventenne, non rientrato dal Regno Unito come era successo per il primo episodio e che si è sottoposto a un tampone molecolare, risultato non solo positivo ma anche con la presenza della variante inglese: una forma di coronavirus più contagiosa, ma – hanno chiarito gli esperti – sulla quale i vaccini in distribuzione restano comunque efficaci.

Il giovane, prima di sottoporsi al tampone molecolare si era affidato a un tampone rapido, risultando però negativo. Tuttavia il gruppo di amici che aveva frequentato nei giorni precedenti – almeno una decina di persone – erano risultati in gran parte positivi, motivo per cui i suoi familiari lo hanno spinto a effettuare anche un tampone molecolare. Mercoledì il test con esito positivo e ieri la segnalazione della variante d’oltremanica che, invece, non sarebbe comparsa nei tamponi positivi degli amici. Il giovane è ora in quarantena (al 20 gennaio nella Bergamasca erano 1.327 i positivi in isolamento obbligatorio e 1.084 i contatti in isolamento fiduciario). A destare qualche motivata apprensione è proprio il fatto che il ragazzo avesse comunque mantenute le proprie relazioni sociali, frequentando amici e famigliari. L’attenzione è dunque massima.

Anche perché, non essendo stato di recente nel Regno Unito, come nel caso del primo positivo alla variante inglese nella Bergamasca, il ventenne non avrebbe contratto il virus in Inghilterra, bensì in Italia, dove dunque evidentemente la variante – registrata come «B.1.1.7» o «VOC 202012/01» – sta circolando. La variante è stata rilevata in almeno 50 Paesi nel mondo, stando a quanto reso noto dall’Oms. Benché più contagiosa, non resisterebbe al vaccino anticovid: «Secondo i primi studi, c’è un’elevata efficacia del vaccino Pfizer-BioNTech contro la variante inglese e sudafricana», ha affermato Albert Bourla, presidente e ad di Pfizer.

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