Vaccini a Bergamo, Poste è pronta ma si parte su meno hub
La sorpresa di Pasqua sarà Poste italiane: l’attivazione del portale delle prenotazioni è prevista a ore, forse già nella notte tra giovedì e venerdì. Questo almeno l’orizzonte tracciato a Palazzo Lombardia dal consulente per la campagna vaccinale Guido Bertolaso alla Giunta.
Dal 12 aprile dovrebbe così cominciare la fase massiva delle vaccinazioni, incentrata su un criterio anagrafico: la prima fascia interessata sarà quella compresa tra i 79 e i 75 anni, 400 mila persone in tutta la Lombardia da vaccinare nel giro di una decina di giorni, poi sarà la volta della fascia tra i 74 e i 70 che ne comprende altri 400 mila e via a scendere. Una tempistica legata ovviamente a doppio filo dalla disponibilità dei vaccini e anche dalla tipologia: l’arrivo annunciato di Johnson&Johnson darà sicuramente un’accelerata a tutto, anche solo per il fatto che è monodose e quindi i tempi di copertura della popolazione si dimezzano.
Il ridisegno della mappa
Le Poste avrebbero però fatto presente alla Regione che, almeno nella prima fase della campagna massiva, una gestione del genere sarebbe garantita solo su un numero ristretto di siti dove vaccinare, anche per evitare la coabitazione forzata di diverse categorie di persone oltre che degli stessi vaccini. Una gestione, come dire, mista potrebbe cioè rivelarsi più complicata in centri di piccole dimensioni, sicuramente comodi per la popolazione ma meno per un rapido svolgimento di una campagna che ora deve procedere a tappe forzate.
Sui territori sarebbe quindi in corso una (ri)valutazione dei centri vaccinali finora individuati per la fase massiva. Alcuni nella prima fase potrebbero essere interessati dalla somministrazione solo per alcune categorie di persone, in primis quegli over 80 che devono ricevere la seconda dose (qualcuno anche la prima...) di Pfizer, ma anche chi attende quella di AstraZeneca, il cui intervallo è ben più lungo: 12 settimane contro 3.
Per questo motivo una delle ipotesi nel ridisegno della mappa dei centri vaccinali nella Bergamasca potrebbe vedere esclusi nella fase iniziale massiva quelli di Antegnate, Mapello e Spirano che verrebbero riservati all’esaurimento della somministrazione delle seconde dosi. I centri più grossi, dalla Fiera a Chiuduno, dal Cus Dalmine a Treviglio, solo per citare i più importanti, verrebbero invece riservati esclusivamente (o quasi) alla fase massiva che potrebbe così venire concentrata solo in alcune strutture dalle grandi dimensioni e da caratteristiche di elevata fruibilità. Il che potrebbe anche portare ad una riduzione del numero complessivo degli hub vaccinali, se definitiva o provvisoria si capirà solo strada facendo e ad operazioni in corso.
Analogamente potrebbero ridurre l’attività i centri di somministrazione interni agli ospedali anche per poterli meglio destinare alla somministrazione del vaccino per i pazienti vulnerabili ed ipervulnerabili. Siamo però di fronte ad assetti, come dire, mobili: la destinazione di un centro per questa o quella categoria potrebbe cambiare in corsa secondo l’esaurimento del numero specifico di persone da vaccinare e l’effettivo numero di dosi che arriveranno. E il quadro da qui alle prossime settimane pare destinato a mutare più e più volte, si spera in meglio.
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