Università sempre più internazionale. Anche i professori arrivano dall’estero

LE NOVITÀ. Il rettore: «Oltre a un vivaio di giovani talenti, attraiamo insegnanti da fuori». Dall’Illinois, Bath e Cambridge. L’organico è aumentato di 99 professionisti in tre anni.

Università di Bergamo sempre più internazionale e attrattiva, non solo per gli studenti, ma anche per docenti e ricercatori provenienti da prestigiosi atenei esteri. A luglio prenderà servizio il professor Mauro Carnevale, professore associato di «Macchine a fluido» per il Dipartimento di Ingegneria e Scienze applicate, proveniente dall’University of Bath, nel Regno Unito. «Conosco il gruppo di ricerca del Dipartimento da tempo, composto da ricercatori e accademici con competenze complementari alle mie. Così come le tematiche di studio e la filosofia che lo contraddistinguono sono in linea con la mia “research vision”. Il contesto in cui l’università è immersa, con il suo substrato industriale, credo debba essere considerata un’opportunità per definire la direzione da intraprendere nella ricerca e nella didattica in modo da creare “impact” sia a livello nazionale che internazionale per l’alto livello didattico dell’università in Italia», ha dichiarato il professor Carnevale.

Un docente da Cambridge

A settembre, invece, dall’University of Cambridge arriverà il professor Adam Ledgeway come docente di «Linguistica italiana» del Dipartimento di Lettere, Filosofia e Comunicazione. «È inutile dire che sono felicissimo di trasferirmi a Bergamo: sono legato a livello culturale, intellettuale e affettivo all’Italia da circa quaranta anni – ha aggiunto Ledgeway –. In particolare, l’Università di Bergamo si distingue per la propria visione chiaramente articolata tramite un piano strategico volto a proiettare l’ateneo, la città e il territorio circostante in una dimensione internazionale».

Una professoressa dall’Illinois University

Due ingressi prestigiosi che si aggiungono a quello della professoressa Valia Allori di «Logica e filosofia della scienza», che ha iniziato il suo insegnamento nel settembre scorso sempre nel Dipartimento di Lettere, dall’Illinois University. «Ritornare in Italia, e in particolare a Bergamo, dopo tanti anni di esperienza negli Stati Uniti mi fa molto piacere. Non solo per motivi personali (sono nata a Milano) ma anche per motivi professionali: l’Unibg, essendo in rapida espansione, è aperta a nuovi progetti e nuove iniziative, sia nell’ambito della ricerca che nella didattica. In aggiunta, gli studenti che ho incontrato quest’anno sono molto entusiasti, motivati e preparati. È un vero piacere andare a lezione», ha affermato Allori.

I tre docenti di elevato valore internazionale arricchiscono di competenze e prestigio il corpo docenti di UniBg che, negli ultimi tre anni ha registrato un deciso incremento di organico grazie a un importante piano di reclutamento avviato dall’ateneo (sia attraverso le ordinarie procedure di selezione pubblica, sia per «chiamata diretta» prevista per particolari figure del mondo dell’Università e della Ricerca). Dalle 406 unità (tra professori ordinari, associati e ricercatori, sia a tempo indeterminato, sia a tempo determinato) del 2021 si è passati alle 492 del 2023 e nel 2024 il conto è nel frattempo ulteriormente salito a 505, permettendo di conseguire un incremento complessivo di ben 99 professionisti in più nell’arco di tre anni.

Negli ultimi anni – commenta il rettore Sergio Cavalieri – il nostro organico ha registrato un deciso incremento. Stiamo soprattutto coltivando un vivaio di giovani talenti a cui si aggiunge un ormai importante piano per attrarre insegnanti dall’estero. Alcuni di loro, da visiting professor, hanno infine deciso di rimanere: è la dimostrazione dell’attrattività del nostro ecosistema. Con un ateneo sempre più internazionale, aperto e propenso a cogliere le opportunità che il mondo ha da offrire, pur rimanendo legato alle realtà del territorio».

«Sono convinto – conclude il rettore – che l’arrivo in UniBg dei professori Ledgeway e Carnevale (Allori è già in forza all’ateneo bergamasco dall’anno accademico in corso) sarà proficuo e foriero di ulteriore crescita sia per i nostri studenti, sia per i docenti e per l’ateneo tutto».

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