Università, anziani e studenti abitano insieme

IL PROGETTO . Via alla coabitazione per rispondere al problema degli alloggi. Già 20 over 65 hanno dato la disponibilità. Il rettore: «Modello virtuoso».

Già in venti si sono fatti avanti, e l’obiettivo è allargare ulteriormente la rete. È la risposta innovativa a due bisogni ampiamente diffusi: i giovani universitari in cerca di alloggio, gli anziani che cercano di sfuggire alla solitudine. Parte da queste basi «Reint2565», acronimo di «Reciprocità intergenerazionale tra under 25 e over 65», il progetto nato su iniziativa del Center for Healthy Longevity (Chl) dell’Università degli Studi di Bergamo e finanziato con 400mila euro da Regione Lombardia. Tre i pilastri: «Abitare insieme», cioè la co-abitazione tra un under 25 studente dell’Unibg e un over 65; gli «atelier dei saperi», laboratori di scambio intergenerazionale di competenze, in cui gli over 65 salgono in cattedra; e la figura del «tutor senior», incarnata da quegli over 65 che potranno affiancare gli studenti lavoratori nella redazione di appunti della lezione, oppure come supporto alla stesura delle tesi triennali. Dopo le basi gettate nei mesi scorsi, ieri il lancio del progetto in Sant’Agostino.

Sono già una ventina gli over 65 che hanno dato disponibilità per mettere a disposizione una stanza, e altrettanti sono pronti a mettersi in gioco tra «atelier dei saperi» e «tutoraggio senior», ma si punta ad allargare la rete con ulteriori adesioni. Entro novembre Unibg intende dare l’avvio alla «combinazione» tra studenti e anziani per la definizione delle coabitazioni.

«L’importante presenza di studenti fuori sede pone il tema abitativo – premette Sergio Cavalieri, rettore dell’Università di Bergamo –. Stiamo lavorando su più fronti, dai nuovi alloggi alla residenzialità diffusa. Ora vogliamo portare avanti una sperimentazione ulteriore, per dare la possibilità di mettere a diretto contatto anche generazioni diverse. Grazie all’enorme capitale relazionale di Bergamo, anche noi potremo creare un modello».

Bergamo è apripista insieme all’Università di Pavia e all’Università degli Studi di Milano, che la Regione sostiene con 400mila euro per ogni ateneo: «Il tema del caro-affitti tocca soprattutto la nostra regione, nelle grandi città i canoni di locazione si sono alzati notevolmente – riflette Elena Lucchini, assessore regionale alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità –. È perciò nata quest’idea, per mettere a disposizione risorse regionali attraverso le quali poter contribuire al pagamento del canone di locazione del giovane universitario che si mette a disposizione di un anziano».

Il contratto di coabitazione

Una coabitazione che vuole essere un ponte tra generazioni: da un lato l’over 65 mette a disposizione condizioni abitative adeguate allo studente, dall’altro lato lo studente – a cui è chiesto un «contributo spese» – s’impegna a dedicare due ore giornaliere in attività ricreative, dall’uscita al cinema a teatro alla visita a una mostra, e molte altre possibilità ancora. L’Unibg fa da garante tramite un «contratto di coabitazione» e monitorerà l’esperienza. Dopo la fase di reclutamento di ulteriori over 65 e la definizione del bando per gli studenti, si passerà concretamente alla convivenza.

«È un lavoro nato dal basso, frutto di molte collaborazioni – sottolinea Francesca Morganti, professoressa dell’Università di Bergamo e responsabile scientifica del Chl –. Tra gli obiettivi c’è anche l’abbattere le diffidenze intergenerazionali e creare spazi di condivisione di conoscenze e di dialogo». «Stiamo facendo un lavoro capillare per far sì che i numeri possano incrementare», aggiunge Marcella Messina, assessore del Comune di Bergamo alle Politiche sociali, mentre Daniela Gennaro Guadalupi, presidente del Festival pianistico, ha annunciato la messa a disposizione di biglietti per gli eventi ai partecipanti del progetto.

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