Una vita per la scuola, è morto Luigi Roffia

IL LUTTO. Luigi Roffia, dirigente scolastico provinciale a Bergamo dal 2005 al 2011, e reggente a Lecco dal maggio del 2008, è morto all’età di 73 anni. Era stato dirigente anche dell’Abf. «In famiglia, a scuola e nella vostra comunità, impegnatevi a scoprire e a fare vostri i valori, il senso e la gioia della vita» aveva scritto ai ragazzi prima della pensione.

Luigi Roffia ha vissuto tutta la sua vita per la scuola, come insegnate prima e dirigente dopo. Attento alle dinamiche e alle evoluzioni sociali che hanno rivoluzione completamente il sistema dell’istruzione italiana. Lutto nel mondo della scuola, a 73anni dopo una lunga malattia, è venuto a mancare uno dei nomi più conosciuti della scuola bergamasca.

La carriera

Alunno del liceo Lussana, e laureato in Matematica all’Università Statale di Milano nel 1974, entra in ruolo nel 1978 tornando al Lussana come docente di matematica. Nel 1985 vince il concorso a preside e dirige l’Istituto geometri di Zogno, appena istituito. Nel 1993 diventa dirigente al Secco Suardo, allora Istituto Magistrale e in cinque anni porta le classi da 51 a 83.

Nel 1999 viene distaccato all’allora Centro Servizi Amministrativi (ex provveditorato) di Bergamo per implementare la nuova legge sull’autonomia scolastica negli aspetti relativi a orientamento, lotta alla dispersione, innalzamento dell’obbligo scolastico, integrazione istruzione e formazione professionale. Il primo luglio del 2005 , anche per volontà di Mario Dutto che lo stima, diventa dirigente provinciale, incarico triennale che gli viene poi rinnovato nell’agosto del 2008. Dal gennaio del 2010 segue anche l’ufficio di Lecco. Dopo la pensione è stato dirigente dell’Abf, l’Azienda bergamasca formazione della Provincia di Bergamo che eroga servizi di orientamento, formazione professionale e servizi per il lavoro.

Ha traghettato la scuola bergamasca in anni complessi

Uomo di scuola, attento alla sperimentazione didattica e agli aspetti della relazione e della comunicazione, ha guidato la scuola bergamasca in anni di transizione non facili. Vicino ai ragazzi e alle famiglie, attento alle marginalità e promotore della scuola in montagna, è stato un combattente contro la dispersione scolastica.

«Una società che spara a zero sulla scuola non ha futuro»

«In famiglia, a scuola e nella vostra comunità, impegnatevi a scoprire e a fare vostri i valori, il senso e la gioia della vita» ha scritto Roffia nel suo saluto ai ragazzi, poco prima della pensione. «La scuola sta in piedi perché ci sono insegnanti che ci credono. Una società che spara a zero sulla scuola non ha futuro - aveva detto in un’intervista a L’Eco di Bergamo -. La carriera scolastica deve diventare appetibile per buoni professionisti, non solo per i santi o i disperati. L’atteggiamento diffuso è che la scuola non serve, quindi pagare poco quelli a cui si affidano i figli è già troppo, mentre si è disposti a stra pagare gente che fa cose inutili o peggio».

Tra i primi a ricordare Luigi Roffia, la scrittrice e docente Teresa Capezzuto, che per anni ha lavorato nello staff del professore all’Ufficio scolastico territoriale di Bergamo: «Professionista illuminato, provveditore innovativo e carismatico, la sua vita è stata la scuola. Lo ricordo con grande riconoscenza e stima negli anni in cui ho fatto parte del suo staff all’Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo, l’ex Provveditorato agli Studi» ha ricordato Capezzuto in un post sui social.

I funerali

La camera mortuaria è stata aperta a Sorisole dalla mattina di lunedì, nella chiesina adiacente alla parrocchiale dove saranno celebrati i funerali mercoledì 9 ottobre alle 15.

© RIPRODUZIONE RISERVATA