Cronaca / Bergamo Città
Domenica 22 Ottobre 2023
Una «cena con delitto» per spiegare ai giovani la vita come vocazione
L’INIZIATIVA. In Seminario 5 serate per gli adolescenti, un gioco destinato ai ragazzi degli oratori. «Insegna a leggere la realtà e a chiarire il mistero del futuro».
Una cena con delitto per raccontare agli adolescenti l’idea della vita come vocazione. È la nuova proposta che il Seminario rivolge ai gruppi adolescenti delle parrocchie e degli oratori della Diocesi. Non si tratta né di marketing, né di trappola: non è una cosa nuova per vendere in modo accattivante un prodotto vecchio, fondo di magazzino che nessuno vuole più. Anzi è proprio il contrario: è un modo vecchio per raccontare qualcosa di nuovo.
Nuovo per le orecchie di chi, tra i 14 e i 17 anni, oggi sente sempre meno che la vita può essere frutto di un progetto e di una passione che conquistano regioni del cuore e del proprio impegno, fino a tenere uniti tutti i pezzi del proprio io. È l’idea stessa di vocazione che oggi appare innovativa: l’immaginario per cui la vita può essere presa tutta e donata per qualcuno o per qualcosa, senza vivere per tentativi, senza consegnarsi ai risultati dei test attitudinali come se fossero l’oracolo, senza venire sballottati dagli inclementi sussulti dei desideri, che a volte spingono in una direzione e il giorno dopo in un’altra. La vocazione è il modo cristiano per dire che la vita, quando vissuta in pienezza, chiama, riserva un posto, fa intuire una direzione di felicità e di compimento. Per ciascuno. Dentro un’esistenza che ha questa forma, qualcuno può pensare, forse, un giorno di chiedersi se fare il prete può fare per lui. Ma vocazione è la stessa esperienza di vita di tutte le cose che durano, che mettono radici e che portano frutto. Solo che non è più patrimonio comune a cui gli adolescenti vengono esposti: non è una visione del futuro che le serie tv raccontano con frequenza, o che le canzoni trap sponsorizzano.
Imparare a leggere la realtà per trovare delle tracce
La «cena con delitto» è invece una modalità vecchia, nuova forse nelle forme di moda presso il gusto dei nostri ragazzi, ma non nel suo senso: è un gioco fatto durante il pasto serale, in cui si è chiamati a decifrare degli indizi per risolvere un mistero. Si gioca insieme al gioco vocazionale per eccellenza, quello tipico dei romanzi gialli: imparare a leggere la realtà per trovare delle tracce. Non è troppo diverso dallo sguardo che serve per indagare il proprio presente alla ricerca dei segni che permettono di rendere più chiaro il mistero del proprio futuro. La vicenda del giovane ricco del Vangelo, chiamato da Gesù a seguirlo più da vicino, è la storia che fa da cornice della serata: il suo non presentarsi all’appuntamento che Gesù gli dà, fa scattare la ricerca. I discepoli del Vangelo, come gli aspiranti detective della cena, sono invitati a dare una mano al Maestro, «a mettersi sulle sue tracce». Il momento di gioco si conclude con una riflessione e con una preghiera insieme, in perfetto stile gruppo ado da parrocchia.
Rivolto agli oratori
La «cena con delitto» prevede la possibilità di arrivare e parcheggiare in Seminario dalle 18,30. Si conclude presto, per le 21,45, per dare a tutti la possibilità di rientrare in orario, cadendo sempre in date infra-settimanali. L’esperienza si rivolge agli oratori e vorrebbe essere un modo simpatico per affiancarsi ai loro cammini, per offrire degli spunti e per far loro conoscere un’esperienza come quella del Seminario, in cui l’idea della vita come vocazione è presa sul serio e accompagnata, fin dagli anni delle medie. Per iscriversi è necessario contattare il don della propria parrocchia e scrivere poi, come oratorio, una mail a [email protected].
Cinque serate
Sono infatti 5 le date durante le quali verrà replicata la proposta: 26 ottobre, 23 novembre, 8 febbraio, 14 marzo e 9 maggio. Ogni volta sono messi a disposizione 200 posti, con la speranza di poter raggiungere quindi 1.000 adolescenti in tutto. È un traguardo ambizioso, ma le richieste già non mancano, e il menù è ricco e promettente: non solo per via di hamburger e patatine che riempiranno lo stomaco, ma per la proposta di un modo di vivere la vita che riempie il tempo della giovinezza di significato. Di questa seconda cosa, c’è più fame che della prima.
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