«Un posto sicuro in ogni luogo», la campagna in sostegno delle vittime di violenza

IL PROGETTO. L’obiettivo dell’iniziativa - lanciata dall’Asst Papa Giovanni XXIII - intercettare chi è vittima di violenza e aiutarlo a trovare, appunto, «un posto sicuro».

L’Asst Papa Giovanni XXIII lancia «Un posto sicuro in ogni luogo», la nuova campagna di comunicazione pensata per intercettare chi è vittima di violenza e aiutarlo a trovare, appunto, «un posto sicuro» in cui ricevere ascolto, supporto, aiuto e, se necessario, cure specialistiche. Un progetto finanziato con il contributo di Regione Lombardia e realizzata da Studiomeme.

La campagna

Il «posto sicuro» a cui si fa riferimento e a cui è possibile rivolgersi può essere l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, così come quello di San Giovanni Bianco, la Casa di comunità di Borgo Palazzo, Zogno, Villa d’Almè e Strozza, il Consultorio familiare di Bergamo e di Villa d’Almè e gli studi dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta di Bergamo, dell’hinterland, della Valle Brembana e della Valle Imagna. In questi luoghi, uomini, donne e bambini vittime di violenza potranno trovare personale preparato ad ascoltare il loro vissuto e aiutarli a trovare una via d’uscita da minacce, soprusi, paure.

Più di uno slogan

Il messaggio secondario «Hai bisogno? Noi ci siamo» non è solo una frase, ma un manifesto di valori: immediatezza, vicinanza, accoglienza e sostegno. Inserito come elemento visivo in ogni contesto, fisico o digitale, lo slogan è il simbolo di un servizio che può fare la differenza nella vita delle persone. La campagna troverà spazio sugli autobus di Atb, sulle pagine Facebook e Instagram dell’azienda e in tutte le sedi dell’Asst Papa Giovanni XXIII.

Antonella Flauto di Studiomeme spiega l’idea grafica del progetto: «Partendo dall’elemento grafico dei post-it, simbolo di quelle piccole note che non vorremmo dimenticare, abbiamo cercato una comunicazione inclusiva e interculturale, perché la violenza domestica colpisce persone di ogni provenienza e ceto sociale. Con un linguaggio semplice, chiaro e disponibile in più lingue abbiamo assecondato la necessità di raggiungere efficacemente tutte le vittime di violenza, in particolare di quella domestica, che è quella più nascosta e più difficile da far emergere, trasmettendo un messaggio di accoglienza e protezione. È un tema che ci sta molto a cuore e siamo orgogliosi di aver dato il nostro contributo».

«Offriamo attenzione, cure e protezione a chi ha bisogno di un posto sicuro per costruire un futuro sicuro per sé e per tutti»

Simonetta Cesa, direttore socio sanitario dell’Asst Papa Giovanni XXIII, ha ricordato l’importanza di «far capire che i nostri servizi a supporto di chi è vittima di violenza non sono disponibili solo nei pronto soccorso. Da lì è partito molti anni fa il nostro lavoro di intercettazione e presa in carico dei casi di violenza che in questi anni sono arrivati alla nostra attenzione, ma oggi quello che il Papa Giovanni offre è una rete di servizi diffusi su tutto il territorio di nostra competenza, in città e nelle Valli Brembana e Imagna, dove offriamo attenzione, cure e protezione a chi ha bisogno di un posto sicuro per costruire un futuro sicuro per sé e per tutti».

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