Un «ponte» Algeri-Bergamo per Fatima, guarita a 6 anni da una malformazione

ASST PAPA GIOVANNI. La piccola aveva una fistola tracheo-esofagea. Un missionario ha lanciato la richiesta, aiuti dalla Regione e dal Comitato per la Chirurgia pediatrica. Cheli: qui lunga esperienza.

Capelli ricci, occhi castani e un sorriso dolcissimo. Fatima è una bimba algerina di sei anni e a fine maggio è stata operata all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo per una grave malformazione, presente sin dalla nascita, che unisce esofago e trachea, portando a continui dolori e infezioni. «Si trattava di una fistola tracheo-esofagea – spiega Maurizio Cheli, direttore della Chirurgia pediatrica dell’ospedale, a capo dell’équipe che ha curato Fatima – . La malformazione non è stata riconosciuta alla nascita dai medici locali, provocando così il continuo passaggio di cibo e liquidi dall’esofago alle vie aeree con ricorrenti polmoniti e ricoveri, in ospedale ad Algeri». A tre anni Fatima viene operata, infatti, ad Algeri, ma purtroppo l’intervento non ha buon esito e dopo poche settimane la bimba torna ad avere disturbi sempre più gravi . «Tutto ciò purtroppo lascia gravi segni ai polmoni che soffrono per il passaggio dei succhi gastrici, causando lesioni irreversibili», spiega Cheli.

Il «ponte sanitario»

È a questo punto che nasce un «ponte sanitario» di aiuti che collega Algeri con Bergamo. L’ospedale Papa Giovanni viene a conoscenza della storia di Fatima tramite don Mario Cassera, missionario della Diocesi di Bergamo che da molti anni risiede in Algeria. «Circa un anno fa, don Cassera mi ha chiamato raccontandomi di un caso a cui si era affezionato, conosciuto proprio tramite il fratello più grande di Fatima (di 21 anni, il maggiore di sei, ndr). E mi ha chiesto se a Bergamo potevamo aiutare questa bimba», racconta Antonio Castaldello, ex responsabile dei tecnici sanitari della Diagnostica per immagini dell’ospedale, ora in pensione. Immediato è stato l’interessamento di Cheli e della sua équipe e del Comitato per il Dipartimento di Chirurgia pediatrica onlus, presieduto da Mimma Montanelli.

Inizia così il lungo iter in Algeria per autorizzare l’uscita della famiglia e l’ottenimento del visto sanitario, con il commuovente lavoro di tante persone, professionisti e no, per permettere ai polmoni di Fatima di tornare a respirare. Il soggiorno di Fatima a Bergamo è stato garantito dall’ospitalità di «Casa Eleonora» (struttura per ospitare i pazienti più piccoli dell’ospedale e le loro famiglie) e all’aiuto offerto dal Comitato di Mimma Montanelli, mentre la Regione Lombardia si è fatta carico integralmente della parte sanitaria (ricovero e intervento) grazie al programma di cooperazione internazionale che prevede fondi per gli interventi sanitari umanitari. Così grazie a un lungo e delicato intervento chirurgico effettuato il 31 maggio, la malformazione della bimba è stata corretta definitivamente.

E tra pochi giorni Fatima e i suoi genitori torneranno a casa. Fondamentale è stato anche il ruolo del dottor Youcef Sadou, cardiologo algerino della Patologia neonatale, che ha agevolato come interprete le spiegazioni cliniche a beneficio della famiglia e della bambina e le comunicazioni tra famiglia e professionisti.

«Su questo tipo di malformazione il nostro centro ha una lunga e consolidata esperienza. Sono tanti i casi che arrivano da noi», sottolinea Cheli. «Questa storia ci dimostra ancora una volta la forza incredibile dei bambini», dice Mimma Montanelli.

La mamma: «Costantemente aiutati»

Fatima è attentissima mentre i dottori e tutti i «grandi» che la circondano parlano attorno a lei e di lei, seguendo con lo sguardo ogni gesto e ascoltando ogni parola, grazie all’aiuto dell’interprete e di mamma Nojoud e di papà Toufik che la tengono abbracciata. «In ogni momento, in Algeria prima e qui a Bergamo durante tutto il ricovero (di circa un mese ndr) ci siamo sentiti costantemente aiutati. Non smetterò mai di ringraziare tutti voi», dice commossa la mamma ai presenti assistita dall’interprete.

«Non c’è giorno che la mamma di Fatima non ci ringrazi, anche solo con gli occhi», evidenzia Antonella Ghezzi, coordinatrice infermieristica del reparto. Le dimissioni di Fatima sono arrivate ieri; la piccola, con i genitori, resterà a Bergamo ancora qualche giorno per controlli. C’è la gioia non solo della guarigione, ma anche quella di tornare presto a casa. «Siamo contenti di rientrare dai nostri figli. Ma dispiaciuti di lasciare tutte queste persone così buone», ammette la mamma di Fatima; la piccola, guarita, è davvero un esempio di felicità. Pronta, a settembre, a ricominciare la scuola. Andrà in seconda elementare e riprenderà ad essere la più brava della classe. «Ha ottimi voti. Ha la media del 9», dice orgoglioso il papà. E un applauso nasce spontaneo da tutti.

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