Cronaca / Bergamo Città
Sabato 14 Novembre 2020
Un farmaco aiuta i diabetici contro il Covid
Test anche al Papa Giovanni: mortalità dimezzata
Studio di 7 centri italiani, tra questi il Papa Giovanni: esaminati 338 pazienti, 104 i bergamaschi. Trevisan: «Tra quelli trattati con il Sitagliptin mortalità dimezzata. E si riduce il ricorso alla Terapia intensiva»
Il diabete è uno dei fattori di rischio nel caso di infezione da Sars-Cov2. La buona notizia, che è quanto mai opportuno diffondere in occasione della Giornata mondiale contro il diabete, che si celebra oggi 14 novembre, è che uno studio italiano, multicentrico, a cui ha dato un importante contributo l’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo, ha dimostrato l’efficacia un farmaco, di comune uso tra i diabetici, nell’aumentare la sopravvivenza tra questi malati in caso di infezione da Sars-Cov2; non solo: riduce anche la necessità di ventilazione meccanica e di Terapia intensiva.
Lo studio è stato pubblicato sull’autorevole rivista Diabetes Care, organo ufficiale dell’American Diabetes Association, ha visto la partecipazione di 7 ospedali italiani (il Sacco di Milano, l’Istituto clinico Humanitas, l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo – figurano tra gli autori il direttore della UOC Malattie Endocrine 1 - Diabetologia e professore associato di Endocrinologia all’Università di Milano Bicocca Roberto Trevisan, e i suoi collaboratori Cristiana Scaranna, Rosalia Bellante, Silvia Galliani, Alessandro Roberto Dodesini, Giuseppe Lepore - l’ospedale dell’Angelo di Mestre, il Maria Vittoria di Torino e l’Irccs San Matteo di Pavia), insieme al Boston Children’s hospital. La ricerca, che ha avuto il sostegno, tra gli altri, della sezione Lombardia della Società italiana di Diabetologia, e che ha visto in campo anche un altro nome bergamasco quale quello di Paolo Fiorina, direttore di Endocrinologia e Diabetologia dell’Asst Fatebenefratelli Sacco di Milano, si è sviluppata nei mesi più drammatici della pandemia, tra l’1 marzo e il 30 aprile, e ha arruolato 338 pazienti con diabete e infezione da Sars-Cov2, tutti presentavano polmonite e necessitavano di ossigenoterapia, 104 di questi ricoverati all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo.
«Sin dall’inizio della pandemia avevamo constatato che un’alta percentuale dei ricoverati per Covid e in condizioni gravi aveva il diabete. Siamo partiti da un interrogativo: i farmaci utilizzati da questi pazienti possono avere un ruolo nel peggioramento o nel miglioramento delle condizioni di questi malati di Covid, in particolare se abbinati alle terapie che vengono utilizzate per contrastare il Covid? – illustra Roberto Trevisan – . Per cercare di controllare l’iperglicemia senza ricorrere subito all’insulina, si è puntato sul Sitagliptin. Questo farmaco, che non presenta effetti collaterali, infatti, è un inibitore dell’enzima DPP-4, il quale non solo controlla il rilascio di insulina, ma aiuta anche l’ingresso del Sars-Cov2 e quindi favorisce il processo infettivo. Sitagliptin, inibendo il DPP4, quindi aiuta probabilmente a chiudere la porta d’entrata del virus. Pertanto, lo studio ha permesso di dimostrare che la mortalità è praticamente dimezzata tra i pazienti a cui era stato somministrato questo farmaco rispetto a quelli non trattati. Quindi questo farmaco non va sospeso nel trattamento anti-Covid, anzi. Lo studio ha provato anche che Sitagliptin porta non solo a una riduzione significativa dei livelli glicemici, ma anche a una riduzione del 27% del ricorso alla ventilazione meccanica e del 51% il ricorso alla terapia intensiva». Ora si prospetta una sperimentazione su pazienti Covid senza diabete, in corso di autorizzazione da parte dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco.
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