
Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 07 Aprile 2025
Un bergamasco su due è indebitato. «Tanti rischi: serve più consapevolezza»
IL FENOMENO . Non solo per il mutuo casa: anche per gli acquisiti di elettrodomestici, mobili o per avere liquidità. Il debito medio: 43mila euro. Piarulli (Adiconsum): «C’è troppa carenza di competenze economico-finanziarie».
Per comprar casa o per acquistare l’auto, per cambiare un elettrodomestico oppure per dar fiato al proprio conto corrente. Motivazione dopo motivazione, prende forma la costellazione del credito: in Bergamasca il 55,6% degli adulti ha in essere un contratto di credito, cioè ha ricevuto dei soldi e sta ripagando un finanziamento, per una rata media di 322 euro mensili a testa. Per quale motivo? Sono tre le dinamiche principali: tra i bergamaschi che hanno acceso un finanziamento, il 43,7% è impegnato in un «prestito finalizzato» (un finanziamento per l’acquisto di beni e servizi, per esempio un veicolo, un elettrodomestico, per l’arredamento, e via elencando), il 30,3% ha sulle spalle un mutuo per l’acquisto di un immobile, infine il 26% ha acceso un prestito personale (ha richiesto una somma di denaro per vari motivi personale, senza indicare un bene a garanzia).
L’indebitamento medio è di 43mila euro
Voci decisamente diverse, a cui corrispondono importi ben differenti. Ma la stima dell’indebitamento medio, tra chi ha in essere un finanziamento, non è di poco conto: 43.016 euro, è questo l’indebitamento medio di chi in Bergamasca è alle prese con un prestito. Ovviamente, la cifra è trascinata verso l’alto dai mutui. La panoramica – relativa alla situazione di fine 2024 – emerge dalla nuova «mappa del credito» elaborata da Mister Credit, divisione di Crif, la «centrale rischi finanziari» che raccoglie i dati relativi a oltre 85 milioni di posizioni creditizie in tutta Italia.

Guardando al valore dell’indebitamento medio, i bergamaschi sono al terzo posto in Lombardia dopo Milano (54.633 euro, prima anche in Italia) e Monza (44.853 euro, quarta in Italia). Se invece si osserva la quota di popolazione con un finanziamento attivo, Bergamo è al terzultimo posto: solo Lecco, col 53%, e Sondrio, col 39,6%, hanno meno indebitati rispetto al totale dei residenti. E dunque: i bergamaschi sono meno propensi ad accendere un finanziamento, ma quando lo fanno – anche per via di livelli di reddito tra i più alti della Lombardia – sono disposti a spendere di più. Ma rispetto al passato i debiti «pesano» di più? Il confronto col 2023 è disponibile solo su base regionale, e mostra che in Lombardia l’indebitamento medio è calato del 9,5% nell’ultimo anno. Così, a fine 2024, in media il 59,9% dei lombardi aveva in corso un prestito, con un indebitamento di 40.575 euro pro capite.
Le tendenze del credito
Il decremento recente del numero di persone indebitate può essere legato anche al picco raggiunto dai tassi d’interesse, fenomeno che aveva rallentato il mercato immobiliare soprattutto nella parte finale del 2023 e intaccato anche gli altri tipi di finanziamenti. Da qualche tempo però lo scenario è cambiato, favorevolmente: «L’ultimo periodo – ragiona Carlo Piarulli, a capo del Dipartimento Credito di Adiconsum Nazionale – è stato segnato dal calo dei tassi d’interesse. Questa dinamica spinge verso una ripresa del credito al consumo e dei prestiti finalizzati, e in particolare dei mutui». A proposito di mutui, quanto accaduto negli ultimi anni – dal picco dei tassi d’interesse nel 2023 sino alla progressiva distensione avviata dalla Bce – ha innescato nuove dinamiche: «Recentemente le surroghe dei mutui hanno avuto un’esplosione – rileva Piarulli -. A causa dell’innalzamento dei tassi e quindi dell’aumento del peso delle rate, moltissime persone hanno cercato di negoziare le condizioni con la propria banca, ma molto spesso si sono rivolti ad altre banche, che pur di conquistare un cliente hanno concesso condizioni più vantaggiose. Capita soprattutto con le banche del territorio, che hanno una più forte attenzione verso le famiglie e le piccole e medie imprese».
Il rischio sovraindebitamento
Detto dei «pacchetti» classici, in tempi recenti si sta diffondendo un fenomeno nuovo: il «buy now pay later». Cos’è? Un finanziamento a breve termine, diffuso soprattutto nell’e-commerce, solitamente senza interessi, offerto da società specializzate che gestiscono l’operazione per conto dei commercianti: il bene (solitamente con un tetto di spesa di poche centinaia di euro) si compra immediatamente, poi lo si ripaga a distanza di tempo mediamente in tre rate. «È sicuramente uno strumento di facile utilizzo e per questo è cresciuto esponenzialmente tra i giovani – rileva Piarulli -, ma si deve fare attenzione, perché serve consapevolezza nell’indebitarsi. L’Italia sconta una forte carenza di competenze economico-finanziarie: abbiamo un problema di educazione finanziaria su cui si dovrebbe intervenire». Il rischio infatti è quello di sovraindebitarsi, con consueguenze disastrose per famiglie e imprese.
Economia: momento molto incerto
Sullo sfondo resta una situazione economica globale attraversata da costanti incertezze: «Alle tensioni, purtroppo, ci si è abituati: ahinoi si convive con la guerra in Ucraina da tre anni – ragiona Piarulli -. Un tema diverso, invece, è capire come influiranno le strategie di Trump e degli Stati Uniti sulla propensione al risparmio o all’investimento da parte delle famiglie. In linea di massima, il combinato tra i bassi salari dell’Italia e l’incertezza globale genera meno spese: potrebbe esserci una tendenza al risparmio, a tenere fermi i propri soldi sul conto corrente, perché lo scenario viene ritenuto incerto».
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